Jersey boys

Un tuffo nella musica anni Sessanta firmato Clint Eastwood

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Trasposizione cinematografica del biografico musical di Broadway, Jersey boys racconta la nascita e l’apice della fama di uno dei gruppi che ha fatto la storia della musica americana degli anni Sessanta: Frankie Valli & The Four Seasons. Questa volta il versatile Clint Eastwood è alle prese con una pellicola a dir poco originale che, ripercorrendo i successi del gruppo, riesce a celebrare tutti i suoi componenti, rendendo omaggio ai sacrifici fatti e agli errori commessi.

Tommy DeVito, Frankie Valli e Nick Massi sono tre ragazzi italo-americani che vivono nel New Jersey. Amano suonare e cantare, così , tra furti e mascalzonate, decidono di mettere su una band. Tommy, la mente del gruppo, non si lascia scappare la talentuosa voce di Frankie, giovanissimo barbiere con un’inaspettata dote per il canto. L’estensione vocale e il timbro di Frankie attirano l’attenzione di Bob Gaudio, geniale musicista e compositore, il quale diventerà il quarto membro del gruppo. Esibendosi qua e là, senza uno straccio di contratto discografico, i quattro ragazzi temono il peggio per le loro carriere, finché non riescono a raccogliere il denaro necessario per poter incidere dei pezzi di successo. E da lì non è che un cammino in salita.

In vetta alle classifiche con i loro immortali pezzi come Sherry, Walk like a man, Big girls don’t cry, i Four Seasons, divenuti poi “Frankie Valli & The Four Seasons”, si sono distinti nello scenario pop americano dell’epoca per il loro sound di influsso italiano. Il film onora i loro bellissimi singoli e – grazie all’incredibile voce di John Lloyd Young, originario interprete di Frankie Valli nel musical di Broadway – lo spettatore può assistere ad uno spettacolo unico, sulle note di una delle voci più particolari del panorama musicale di allora e di oggi.

La trama narra la storia dell’origine del gruppo fino al suo scioglimento, dovuto soprattutto ai debiti contratti da Tommy, noto per i suoi eccessi. Il racconto prosegue, poi, descrivendo la carriera solista di Frankie Valli, durante la quale il cantante è interprete di celeberrimi brani come Can’t take my eyes off you, Grease e My eyes adore you. La narrazione procede celermente ed è resa più dinamica grazie all’ingegnosa trovata del regista, attraverso la quale i protagonisti si rivolgono alla cinepresa spiegando la vicenda dal proprio punto di vista. Si tratta di un esempio di quella che nel gergo cinematografico è detta “interpellazione”.

Con la partecipazione del premio Oscar Christopher Walken nei panni del mafioso Angelo De Carlo, non si può non essere piacevolmente colpiti dall’innovativa pellicola di Clint Eastwood. La commemorazione della famosa band americana non può che considerarsi riuscitissima se si pensa che Frankie Valli in persona ha partecipato in veste di produttore esecutivo. Tuttavia, è poca l’attenzione data alle relazioni interpersonali dei personaggi e i rapporti tra gli stessi protagonisti. Sono presenti accenni ai rapporti talvolta conflittuali tra Nick e Tommy o all’affinità musicale tra Frankie e Bob, ma è completamente assente un focus sui legami di Frankie con la moglie e la figlia, elemento piuttosto importante vista la rilevanza data al ruolo di quest’ultima nella seconda parte del film.

Da Broadway al grande schermo, con Jersey Boys Clint, Eastwood colpisce ancora. Regala un imperdibile spettacolo ai nostalgici del gruppo e del pop anni Sessanta, agli appassionati di storie vissute in periferia, fatte di ostacoli da superare per seguire la propria strada, o semplicemente agli amanti della musica.

Francesca Natali

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