Il conto, grazie. Potrebbe essere questa la frase che riassume le ultime due settimane della politica romana e, se è vero che non si può comprare tutto, ma per tutto il resto c’è la carta di credito del comune, come è possibile che ci sia ancora gente (me incluso) disposta ancora a dare fiducia al sindaco Marino? Eppure sono (siamo) le stesse persone che si lamentano di far parte dell’unico paese in cui chi sbaglia non si dimette, siamo quelli che per vent’anni hanno difeso le ragioni della legalità contro la furbizia, siamo quelli che sono scesi in piazza chiedendo le dimissioni dell’esponente di turno per tanti casi come questo. Perché allora per Marino dovrebbe essere diverso? L’aver dato il più grande strappo con il passato alla politica romana basta davvero? L’aver chiuso malagrotta, potenziato la raccolta differenziata, permesso di firmare il registro delle unioni civili, pedonalizzato il foro, l’aver sciolto i cda di atac e ama in cui erano presenti tutti quei personaggi, che non fatico a definire mafiosi, inseriti da Alemanno, l’essere stato completamente a disposizione e dalla parte della procura nel caso di mafia capitale e tanto altro ancora. Nel bilancio, tra tutta la legalità portata a Roma e gli illeciti fatti, cosa conviene di più a noi romani, ma sopratutto, quanti buoni governi siamo disposti a sacrificare nella ricerca assoluta della legalità e della purezza? Premetto che a queste domande non so rispondere e che non sto in nessun modo provando a difendere Marino, ma quando mi sono trovato la petizione davanti su change.org istintivamente (e anche consapevole che me ne sarei pentito) ho firmato, perché credo che come cittadini abbiamo il dovere di prenderci la responsabilità di scegliere chi ci governa con consapevolezza e non seguendo un’ utopia.
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