Il mondo si è fermato. Parigi è stata assediata dal terrorismo. Un attentato, quello che a riguardato la capitale francese, che è stato definito, dalle agenzie di stampa, “un attacco terroristico senza precedenti in Europa”. L’attacco è stato rivendicato: subito dopo la strage, dall’ISIS che ha sostenuto, in un comunicato, la loro intenzione punitiva nei confronti di un paese che si sta impegnando strenuamente nella lotta allo Stato Islamico. I morti sono più di cento e i feriti addirittura più di duecento. L’inizio della strage è stato all’incirca alle 21 di venerdì 13 novembre, quando un kamikaze si è lasciato esplodere vicino allo stadio di Parigi dove si stava svolgendo un’amichevole tra Francia e Germania. Il presidente Hollande è stato tempestivamente evacuato, mentre i giocatori e il pubblico sono rimasti all’interno della struttura per motivi di sicurezza e di ordine pubblico. I terroristi hanno poi sparato ad alcuni passanti e clienti di alcuni locali del X e XI arrondissement, un secondo kamikaze si è fatto esplodere di fronte ad un altro locale vicino allo stadio ed un altro ancora a Boulevard Voltaire. Verso le 22, i terroristi hanno cominciato ad assalire il teatro Bataclan, dove si stava svolgendo un concerto del gruppo rock californiano “Eagles of death metal”, e hanno preso più di cento ostaggi e a sparare sul pubblico. Contemporaneamente un quarto kamikaze si fa esplodere nei pressi dello stadio. Poco dopo le 22, viene convocato un summit al ministero dell’interno per reagire allo stato di tensione innescatosi nella città e vengono diramati comunicati delle autorità che invitano alla calma e a rimanere a casa o nei locali in cui si trovano. Poco prima delle 23, all’interno dello stadio di Parigi, scatta il panico, la partita viene interrotta e il pubblico si riversa nel campo di gioco. Alle 23:30, si conclude il summit al ministero e viene attivato il piano “Rouge Alpha”, operazione volta a contrastare gli attentati multipli come quello di quelle ore. L’esercito scende nelle strade e vengono messi posti di blocco per evitare che i terroristi possano scappare. A mezzanotte circa, il presidente Hollande, in diretta TV, annuncia lo stato d’emergenza nazionale e la chiusura delle frontiere per evitare la fuga dei ricercati. Subito dopo raggiungerà i colleghi ministri in un consiglio dei ministri straordinario. Mezz’ora più tardi, le teste di cuoio irrompono nel Bataclan per far evacuare i sopravvissuti, ma alcuni kamikaze si fanno esplodere. Oggi, la Francia può contare sulla solidarietà di tutto il mondo occidentale per reagire a quello che, secondo buona parte dell’opinione pubblica, è stato una dichiarazione di guerra in piena regola da parte dell’ISIS. #JeSuisParis
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