Ci poniamo come qualcosa di diverso che non è per forza alternativo. Giulio Del Balzo è senza dubbio uno degli studenti più intraprendenti della LUISS. Studente del corso “Politics, Philosophy and Economics” alla facoltà di Scienze Politiche e prossimo alla laurea, Giulio è conosciuto soprattutto in quanto ideatore, socio fondatore e attuale presidente di FutureDem: un’associazione di giovani con la passione per la buona politica, volta al networking e alla formazione politica della futura classe dirigente dell’Italia. Vuk: Giulio, parlaci di FutureDem: come nasce l’idea? Giulio: L’idea è nata dopo le primarie del PD del 2012. Abbiamo visto che molti giovani si sono avvicinati alla politica durante le primarie, ma successivamente non ci sono state altre occasioni per dare seguito alla loro volontà di impegnarsi politicamente. Io ero iscritto sia al PD che ai Giovani Democratici e ho notato che, in particolare tra gli under 30 che avevano sostenuto Renzi, pochi si impegnavano attivamente nel Partito Democratico e ho realizzato che, per non disperdere il patrimonio di energie appena nato, era necessario un progetto che li mettesse in rete. V: FutureDem nasce quindi dall’impeto delle primarie, come un gruppo di giovani renziani? G: Sì, ma abbiamo voluto creare un network che non riunisse soltanto quanti hanno sostenuto lo stesso candidato [Renzi, ndr], bensì tutti coloro che si riconoscono in una visione di futuro comune. Fin dall’inizio il progetto è stato aperto a tutti i ragazzi e le ragazze che condividono i valori democratici e intendono rinnovare metodi e contenuti della politica. V: Cosa esattamente è FutureDem? G: Noi siamo nati come una rete di persone e di esperienze. A gennaio 2013 ho contattato molti ragazzi che pensavo potessero essere interessati, sia in università che su internet. Conobbi su Twitter Mattia Peradotto, e con lui decidemmo di creare un gruppo Facebook nel quale aggiungere le persone interessate. Quindi nasce come gruppo Facebook di confronto nel quale scambiare pensieri e idee. Il gruppo ha continuato a crescere esponenzialmente e nell’aprile 2013 facemmo la prima riunione dal vivo organizzata a Firenze. Creammo poi una struttura associativa concreta che potesse tenere insieme tutte queste persone e attraverso la quale organizzare eventi e iniziative V: Quale è il vostro rapporto con il PD? Sul vostro statuto leggo che siete “indipendenti” ma “lavorate per cambiarlo”, che vuol dire? G: Siamo un’associazione indipendente, però il 70% dei nostri soci aderisce al Partito Democratico o all’ organizzazione giovanile del partito. Siamo indipendenti perché non abbiamo alcun legame formale con il PD e perché vogliamo essere liberi dalle strutture partitiche per promuovere le nostre idee, al contrario però vogliamo utilizzare la nostra rete per promuovere queste nostre idee all’interno del Partito Democratico e delle istituzioni. V: Vi ponete quindi come alternativa ai Giovani Democratici del PD? G: No, ci poniamo come qualcosa di diverso che non è per forza alternativo. Infatti molti dei nostri soci hanno ruoli di dirigenti anche nei GD. Noi siamo una libera associazione politica e culturale, loro una giovanile di partito. Abbiamo fini diversi. V: Quali sono questi fini? G: Noi vogliamo promuovere prevalentemente la formazione. FutureDem è diventata per tanti ragazzi una grande occasione per avvicinarsi al mondo della politica e ricevere stimoli che li conducano verso un percorso di formazione permanente, a studiare e informarsi. FutureDem vuole offrire opportunità di questo tipo: organizziamo eventi e iniziative con esponenti della politica, del giornalismo e del mondo universitario. V: Parlaci di questi eventi. G: In genere si tratta di eventi molto grandi, con 100-150 partecipanti. Durano tre giorni e ogni 3-4 mesi li organizziamo in parti diverse d’Italia. Per esempio, dal 24 al 26 luglio a Siracusa ci sarà la prossima (e terza) Summer School di FutureDem. In passato, siamo stati a Forlì, Napoli, Roma, Venezia, Firenze e Milano. Oltre agli eventi di formazione, organizziamo anche iniziative su temi specifici come conferenze e campagne di pressione. Proviamo a fare agenda setting su alcuni temi, mobilitandoci sui social network e con iniziative nei territori. L’obiettivo è anche quello di diffondere FutureDem a livello locale tramite aperitivi culturali, passa parola, convegni e gruppi di riflessione. FutureDem inoltre dà a tutti i soci la possibilità di sviluppare loro progetti. Abbiamo anche alcuni gruppi di lavoro online che producono documenti tematici per conto dell’associazione. V: Formazione intesa anche in senso lato però, e quindi come via d’accesso al mondo della politica? G: Sì esatto, una via d’accesso molto più soft rispetto a quelle offerte dalle strutture partitiche. Perché il nostro è un ambiente aperto, accogliamo anche ragazzi che non si riconoscono nel Partito Democratico ma che comunque vedono in FutureDem la possibilità di fare una bella esperienza politica, fermo restando che il nostro target è il PD. V: Sul manifesto di FutureDem leggo che: siete di centrosinistra, progressisti, vi rifate al liberalismo sociale, e fate riferimento esclusivo al PD. Come definiresti il tuo orientamento politico e quello di FutureDem? G: Di centrosinistra, riformista, liberale, democratico. Al mio orientamento personale aggiungerei anche l’aggettivo “ecologista”. V: Come concili questo vostro orientamento con le varie minoranze che ci sono nel PD? Cosa ne pensi, specificatamente, dell’ala più cattolica-conservatrice del PD e quella più nostalgico-comunista? G: Penso che dovrebbero imparare a fare la minoranza. Noi, prima della vittoria di Renzi, siamo sempre stati in minoranza, e abbiamo fatto molta fatica a vivere nel partito. Ciononostante, se volevi far parte di una comunità, dovevi sì far valere le tue idee, ma nelle sedi opportune e infine anche accettare le decisioni della maggioranza, senza chiuderti nell’auto-referenzialità e collaborando in maniera costruttiva. Io sinceramente non vedo la minoranza del PD molto costruttiva al momento. Adesso che governiamo è il momento di costruire, non di distruggere. Di unirsi, non di dividersi. Poi ogni quattro anni c’è il Congresso e quello è il momento dove tornare a scontrarsi sulle idee che il partito deve rappresentare maggiormente. V: Un’osservazione però: Renzi le sue prime primarie le aveva perse, però non è stato al suo posto a fare la minoranza. Ha continuato a lavorare… G: Esatto, e secondo me ha fatto bene. Perché Bersani non è stato in grado di gestire una maggioranza in seno al parlamento, e il suo gruppo dirigente non è stato capace di gestire un partito che si è trovato pieno di debiti e ha deluso la base. Chi non è in grado di gestire una grande associazione – mi chiedo – come pensa poi di poter governare una nazione intera? Ci sono tre momenti fondamentale nel processo democratico interno: primo, si discute e quindi tutti possono far valere le proprie idee; secondo, si decide votando nelle sedi opportune; e terzo, si applica la decisione unitariamente. Queste persone che provengono in molti casi da un partito dove esisteva il centralismo democratico dovrebbero essere le prime a osservare tali procedure. Invece vediamo solo emergere alcuni sterili personalismi. V: Non pensi però che Renzi abbia fatto la stessa cosa, cioè che abbia agito in virtù di un suo personalismo, oppure il suo agire è più nobile? G: Renzi è emerso non solo perché è bravo, ma perché c’era una domanda fortissima di qualcosa di diverso, di una visione nuova per il Paese. Più pragmatica, post-ideologica e che non si rivolgesse soltanto a determinati segmenti della società ma che riuscisse a parlare a tutti. I capi dell’attuale minoranza del PD sono attaccati a un’idea di partito settario che deve rappresentare soltanto alcune categorie, cosa che in passato non ha mai consentito al centrosinistra di governare. Renzi ha trasformato il PD in un partito “piglia tutto”, che però è una condizione necessaria per governare. V: Ma torniamo al tema dell’intervista: perché un giovane interessato alla politica, magari studente come noi, dovrebbe entrare in FutureDem? Cosa gli offrite voi? G: Entrare a far parte di una comunità politica di giovani che hanno voglia di imparare, di costruire e di confrontarsi con altri ragazzi è oggi una grandissima opportunità. È una bella esperienza umana, oltre che politica: entrando in FutureDem, una persona potrà incontrare amici con i quali fare un percorso per cambiare in meglio questo Paese. Quindi tutto parte dal networking, perché ti crei amicizie in ogni parte d’Italia, e la politica tu la devi fare con i tuoi amici. La politica deve essere un luogo amico, che fai con dei compagni di squadra. FutureDem è proprio questo: una squadra di amici che si sta organizzando per diventare la futura classe dirigente di questo Paese. V: Quale è il vostro progetto futuro? Come vedi te stesso e FutureDem fra 5 anni? G: Io spero di essere entrato nel mondo del lavoro, mi piacerebbe fare esperienze all’estero e sviluppare capacità professionali e competenze per poter dare un contributo alla politica in futuro. Se FutureDem esisterà ancora per noi sarà un grandissimo successo. Sta diventando sempre di più una realtà autonoma, che cammina ogni giorno con nuove gambe e non solo con quelle delle persone che lo hanno fondato. Spero che continui a ingrandirsi e a offrire ai giovani tante opportunità per incontrarsi, fare network e formarsi. V: Qualche parola per concludere? G: Se volete fare qualcosa di bello per il nostro Paese e cercate un gruppo di ragazzi e ragazze con cui farlo, sappiate che FutureDem è il posto giusto dove cercare. Ci trovate su tutti i social network, tramite i quali ci manteniamo in contatto e comunichiamo costantemente le date delle nostre attività. Potete contattarci, venire ai nostri incontri e avere l’opportunità di diventare veri agenti di cambiamento. Vi lascio i miei contatti: [email protected] – 3409478878 – Twitter: @delbalzus
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