Ormai è da tempo risaputo, la Spagna è la regina meta per gli studenti Erasmus, ed avendo trascorso il mio periodo di studi all’estero nella sua capitale, posso dire di avere svolto un programma di scambio piuttosto classico. Seppur non a Madrid, in passato ero stata diverse volte in Spagna e prima di partire avevo già una buona conoscenza della lingua spagnola, in poche parole, ero ben contenta di partire, ma non mi aspettavo grandi sorprese da questa nuova esperienza formativa. Sono arrivata a Madrid il 25 agosto, dato che per il giorno successivo era programmata la giornata di orientamento in Università ed in modo da avere qualche giorno per cercare casa prima dell’inizio delle lezioni. Durante la prima settimana ho esplorato per bene la città, camminando molto a piedi nonostante il caldo sfidasse me e chiunque altro ad uscire all’aria aperta, specialmente tra l’una e le quattro del pomeriggio, quando la temperatura raggiungeva i livelli massimi e la maggioranza delle persone rimaneva a casa per la siesta. il mio primo impatto con Madrid è stato solo misuratamente positivo, forse dovuto all’aria vagamente spettrale della città semi vuota ad agosto. Iniziato settembre invece, la routine universitaria e ripopolatasi la città, ho iniziato ad amare questa magnifica capitale. L’aspetto di grande capitale europea è infatti evidente: grandi piazze, ampie strade, maestosi ed eleganti palazzi, ma soprattutto magnifici spazi verdi, come il Parque del Oeste o il Parque del Buen Retiro. La città ha tantissimo da offrire, oltre ad essere sede di importanti musei come il Prado, Reina Sofia o il Thyssen, svariate mostre ed eventi culturali sono sempre in programma. Madrid, seppur prettamente spagnola, è una città estremamente accogliente e multietnica, che ospita parecchi sudamericani ed europei, tra cui un’immancabile grande comunità di italiani. Ho avuto inoltre la fortuna di stare molto tempo a contatto con gente di nazionalità diverse come svedese, francese o giapponese e non mi aspettavo di potere imparare così tanto anche da semplici conversazioni e scambi di idee giornaliere con queste persone. Lo spirito dell’Erasums è infatti quello di immergersi in una realtà diversa da quella a cui si è abituati, essendo pronti ad imparare da questa e trarne spunti di riflessione. Durante la mia permanenza ho inoltre avuto modo di sfatare il mito secondo cui nelle università spagnole si studierebbe meno che in quelle italiane. Non si studia meno, si studia solo in modo diverso. Lo studente è infatti più seguito durante il percorso formativo, vengono lasciati compiti e ci sono molte prove intermedie, con il risultato di trovarsi ad avere già studiato ed assimilato la maggior parte del programma poco tempo prima degli esami finali. Altra differenza con il sistema universitario italiano è il rapporto con i professori, questi in Spagna vengono chiamati per nome dagli alunni, e durante le lezioni vige un clima molto sereno che di certo è utile per l’apprendimento. Il luogo comune degli spagnoli che pensano solo a fare festa potrebbe occupare la mente di chi di fatto in Spagna non ha mai trascorso lunghi periodi; ciò che ho particolarmente apprezzato dello stile di vita spagnolo è invece la capacità di creare un ottimo compromesso tra lavoro, o studio secondo i casi, e momenti di svago. Dopo una giornata trascorsa in ufficio saranno poche le persone che rinunceranno ad uscire con amici o colleghi anche solo per prendere una copa. Alcuni tra questi rimarranno fuori casa fino a tarda notte riuscendo comunque a svegliarsi la mattina seguente in tempo per iniziare un normale giorno di routine settimanale. Madrid è una città estremamente viva, sia di giorno che di notte, rimarrete sorpresi nel trovarvi in metropolitana a mezzanotte ed essere attorniati da quasi lo stesso numero di gente che vi può essere alle quattro del pomeriggio. Proprio la metro di Madrid inoltre è il simbolo dell’efficienza organizzativa della città, che nonostante la crisi economica spagnola, riesce a fornire ottimi servizi pubblici ai suoi cittadini. Il mio Erasmus a Madrid è stata un’esperienza assolutamente positiva, sia dal punto di vista formativo universitario che personale, non c’è infatti bisogno di andare molto lontano, si può apprendere tanto anche da popoli con una cultura molto vicina alla nostra. Consiglio a tutti di vivere un’esperienza Erasmus, poco importa la meta, poiché il risultato che otterrete in termini di arricchimento personale sarà tanto maggiore quanto più sarete disposti ad apprendere incondizionatamente da una realtà diversa dalla vostra; se poi sceglierete la Spagna, gli spagnoli si dimostreranno ben felici di accogliere i loro cosiddetti “primos italianos” (cugini italiani).
Attualità and Erasmus and International22 marzo 2016 Schianto di un bus di Erasmus, muoiono 7 italiane 13 vittime e oltre 40 feriti in Catalogna. Autista negativo all'alcool test