Dopo aver saputo dell’ammissione all’ Università di Copenhagen, la domanda più frequente che mi veniva rivolta era: “Perché l’ Erasmus?”. La risposta era sempre la stessa: “Perché no?” Sono partita a settembre piena di curiosità, oltre che di valigie. Del resto, un semestre è lungo e per chi non è mai stato un fuori sede ogni cosa sembra essenziale. Situata nel punto più ad est della Sjelland, Copenhagen è il cuore della Danimarca. Appena arrivata, mi ritrovo in una città piena di vita: il clima era tutt’altro che freddo e tutto intorno a me dimostrava quanto i danesi fossero più che decisi a godersi le ultime giornate di sole. Sugli assolati marciapiedi del coloratissimo canale di Nyhavn si concentrava un gran traffico di residenti e turisti che passeggiavano, bevevano nei caffè o stavano seduti sui marciapiedi a bere høkerbajere (birre prese al negozio). Si dice che il calore di un popolo rispecchi il clima ed in parte è vero, sebbene nel tempo trascorso a Copenhagen abbia in parte cambiato opinione. Tatto ed educazione sono le prime due parole che mi vengono in mente pensando a loro. Gentili ed ospitali, i danesi sono sempre pronti ad aiutare e a prenderti in giro per il modo orribile in cui storpi la pronuncia dei nomi di monumenti e delle strade . Dopo aver sistemato le varie faccende burocratiche, mi munisco del mezzo di trasporto senza il quale la bellezza di questa città non può essere compresa pienamente: la bicicletta. Devo ammetterlo: l’ora di punta delle biciclette è uno spettacolo da vivere. Studenti, lavoratori, anziani e bambini che sfrecciano veloci davanti a te mentre cerchi di tenere il loro ritmo. Fu proprio in una di quelle mattine che iniziai a sentirmi finalmente al mio posto. Questa sensazione è andata crescendo: è quando finalmente ti ricordi di svoltare a sinistra anziché a destra a quel maledetto incrocio, è quando trovi la scorciatoia per arrivare in tempo a lezione, è quando ti scopri a chiamare “casa” il collegio dove condividi mille e più sventure con i tuoi amici che realizzi con sorpresa che stai iniziando a sentirti esattamente dove dovresti essere. Senza mai cadere nella routine ho creato le mie abitudini e mi sono adattata al ritmo frenetico della vita di studente e turista, ben intenzionata a vivere a fondo ogni esperienza che la città mi offriva. Tornata a Roma, alla domanda “Perché l’ Erasmus?” posso dare una risposta diversa. Per quanto possa sembrare un’affermazione banale non c’è nulla di più vero: l’Erasmus ti cambia la vita. È un’esperienza da cui torni cambiato, più maturo, consapevole di essere uscito dalla tua zona di comfort e di aver vissuto appieno situazioni mai affrontate prima, in un luogo diverso, dalla cultura completamente diversa. L’Erasmus ti permette di riempire il tuo bagaglio personale di nuovi punti di vista, di luoghi e di ricordi unici ai quali guarderai con tenerezza, oltre che con un po’ di nostalgia. Tak, Copenhagen.