Il campionato si è fermato, e con questa seconda sosta per le Nazionali la Serie A rimarrà ferma sino al 14 ottobre, ma la settima giornata ci offre diverse tematiche sulle quali discutere: il Napoli, primo in vetta alla classifica con 21 punti; il Milan, che è incappato in una nuova sconfitta, facendo presagire segnali di una crisi alquanto preannunciata; la Juventus, bloccata a Bergamo da una super Atalanta, con le dovute, ennesime polemiche riguardo l’utilità della VAR. Proprio quest’ultima partita, però, merita una riflessione particolare. Con l’avvento di questo nuovo sistema di supporto, la Serie A è diventata uno dei primi campionati del mondo a farne utilizzo su tutti i campi. Ma cos’è realmente il VAR? La sigla sta per “Video Assistant Referee”: sotto la supervisione di due assistenti e mediante l’impiego di strumenti tecnologici, più precisamente televisivi, si vuole dare un maggiore ausilio all’arbitro di gara durante una partita. Introdotta dall’IFAB (International Football Association Board) nel giugno 2016, l’Italia ha dato il suo ok definitivo nel mese di giugno 2017 con una contestuale abolizione dei cosiddetti “arbitri di porta”. Lo scopo di tale strumento è piuttosto semplice: esso mira a correggere le decisioni chiaramente sbagliate o segnalare episodi importanti che potrebbero essere sfuggiti all’occhio del direttore di gara. La VAR può essere applicata in 4 tipologie di eventi, catalogati come “match-changing situations”, ovvero in occasione di goal, rigori, espulsioni dirette oppure in merito agli scambi di identità. La procedura di applicazione prevede 3 step: si verifica inizialmente l’episodio; si analizza successivamente l’episodio tramite il video; si decide se adottare un provvedimento o se non fare nulla. Il secondo step è quello più importante, ove può esserci una doppia svolta: l’arbitro potrà fidarsi direttamente del parere dei due assistenti al video oppure può chiedere di visionare “live” le immagini dell’episodio incriminato, segnalando con un gesto la forma dello schermo del televisore. L’utilizzo del VAR viene richiesto direttamente dall’arbitro oppure gli assistenti segnalano una decisione chiaramente sbagliata, pertanto consigliando quest’ultimo di rivedere l’episodio; né i calciatori, né gli staff tecnici delle squadre possono richiederne l’utilizzo, pena sanzioni ai loro danni. La decisione finale, tuttavia, spetta sempre, solo ed esclusivamente al direttore di gara. Inizialmente, la decisione della Lega Calcio di adottare il VAR ha suscitato non poche perplessità tra le squadre iscritte al massimo campionato: il gioco non avrebbe beneficiato dai rallentamenti che sarebbero scaturiti dalle analisi degli arbitri; eliminare il fattore umano dal calcio avrebbe potuto rendere questo sport “troppo” perfetto e così via. Dopo sette giornate dal suo utilizzo, la situazione è leggermente migliorata: se da un lato il portiere e capitano sia della Juventus che della Nazionale, Gianluigi Buffon, ne ha criticato l’utilizzo, dall’altro figure come il Presidente della FIGC Carlo Tavecchio e un ex arbitro di livello internazionale come il bolognese Nicola Rizzoli hanno espresso parere positivo, incentivandone l’uso. Purtroppo, però, nessuno sarà mai d’accordo sull’utilizzo di questo strumento, ma avendo visto le partite si può notare come persino le chiacchiere da bar del giorno dopo siano scomparse come per magi visto che, oramai, si può parlare effettivamente di “giustizia” sportiva e moviola in campo. L’ultima partita di campionato, andata in scena a Bergamo tra Atalanta e Juventus, ha riacceso nuovamente il dibattito e fatalità vuole che ad ogni partita della Vecchia Signora si riprendano i discorsi circa l’utilizzo corretto o meno del VAR. Dal punto di vista sportivo, si è assistiti ad una partita gagliarda, combattuta: si è vista un’Atalanta mai doma, una squadra combattiva e grintosa, con la voglia di non lasciare nulla al caso e di dare parecchio fastidio alla squadra più forte del campionato. Nonostante la fatica del giovedì in Europa League contro l’Olympique Lyonnais, squadra che ormai milita in pianta stabile in Europa, la “Dea” è riuscita nel suo intento di arrestare la marcia in classifica dei Bianconeri e di aggiungere un meritatissimo punto alla propria classifica. Tornando sul discorso del VAR, questo ha avuto parecchio da fare durante i 90 minuti di Atalanta-Juventus, in special modo su due episodi particolari: al minuto 58 del secondo tempo, la Juventus, che conduce per 2-1, segna un gol di testa con Mario Mandzukic chiudendo definitivamente i conti, ma Damato viene richiamato dai suoi assistenti in merito ad un contatto non visto che ha come protagonisti Stephan Lichtsteiner dare una gomitata a “El Papu” Gomez pochi secondi prima della rete bianconera, che viene quindi giustamente annullata per questo fallo; e al minuto 81 del secondo tempo, a seguito di un calcio di punizione battuto da Paulo Dybala e ribattuto da Petagna, Damato vede un tocco e senza alcun dubbio fischia un calcio di rigore a favore dei Bianconeri, malgrado successivamente sia stato richiamato dai suoi assistenti a valutare l’irregolarità, che poi è stata confermata anche dal video (rigore poi parato da Berisha). Al termine dei 90 minuti, purtroppo, le polemiche riguardo al VAR non accennano a placarsi, soprattutto negli studi televisivi dove Massimo Mauro, al “Club” di SKY, ha definito il VAR come “la rovina del calcio” e ha suggerito alla Juventus di “creare una commissione per studiare tutte le partite e dimostrare che non c’è uniformità di giudizio”. L’ex giocatore della Juventus è stato prontamente smentito da Ivan Zazzaroni il giorno successivo, affermando che “il VAR non azzera gli errori, ne riduce il numero consegnandoci un calcio più corretto; il protocollo poi non deve essere cambiato in base alla società colpita: siamo nella fase sperimentale”, lodando anche il fatto che senza di esso ci sarebbero stati i classici discorsi da bar sulla “Juve ladrona” e che “hanno vinto rubando”: piuttosto il VAR giova anche alla Juventus che rimane comunque la squadra più forte del campionato. L’utilizzo di mezzi tecnologici che possono aiutare a ridurre l’errore umano da parte degli arbitri non deve essere visto come un fattore negativo, bensì il contrario, anche perché in tal modo le terne arbitrali non vengono più bersagliate e minacciate per decisioni dubbie che hanno favorito una squadra piuttosto che un’altra. Le lamentele da bar si sono affievolite, ma rimangono sempre presenti. Tuttavia, è curioso notare come le lamentele ruotino attorno alla Juventus: almeno dopo anni di accuse ai loro danni riguardo a campionati “rubati” o “falsati”, adesso la Vecchia Signora ha finalmente l’opportunità di dimostrare che quei successi erano effettivamente merito della loro bravura e che la superiorità tecnica dei bianconeri non ha bisogno di errori arbitrali o aiuti esterni. In conclusione, la redazione invia il suo messaggio di cordoglio per la perdita di un uomo che si è sempre battuto per la moviola in campo, un professionista della comunicazione del calcio, l’indimenticabile Aldo Biscardi.