In occasione dell’incontro “Marketing Manager a confronto” organizzato da MOPI, marketing e organizzazione delle professioni in Italia, e da LEP, associazione culturale Luiss, tenutosi presso la sede di viale Romania il 26 ottobre, si è avuto modo di cogliere le diverse visoni dei Marketing Manager e fare una summa intorno a questa figura che è diventata, nella realtà economico-commerciale attuale, il punto di riferimento per le imprese. Il suo ruolo è quello di coordinare le attività che precedono il lancio e la conseguente vendita di un prodotto. Le competenze richieste sono delle più varie e non solo una conoscenza di tipo tecnico e settoriale è sufficiente per ricoprire al meglio questo posizione. “Prima cosa da fare nel marketing – come ricorda Marco D’Angelo, director of business development and marketing, presso Bonelli erede – sia per l’approccio business to business sia per quello business to consumer, è capire come funziona il processo attraverso cui, il consumatore o chi acquista ottiene informazioni sul servizio e definisce la scelta d’acquisto. La differenza si torva nelle fonti informative alle quali il marketing ricorre. Spesso è una raccolta analitica di ricerche di mercato o di nuovi canali, come quelli online. Nel B2B, pur dovendo conoscere le fonti di acquisto, si guarda alla forza di vendita che diventa fondamentale. Se non c’è scambio di informazioni tra vendita e marketing allora l’impresa non ha troppe certezze quando agisce nel mercato. Diverso è l’approccio che propone Pierluigi Mariuz, responsabile coordinamento editoriale e advertising manager del Corriere della Sera, il quale sostiene che -“essenziale, nel marketing editoriale e dell’informazione, sia far passare il concetto che le notizie non sono una commodity, i fatti per essere raccontati devono essere raccolti da giornalisti responsabili, in quanto andranno a formare l’opinione dei lettori.” Il lettore che acquista il giornale, dunque, fa un atto cosciente, sapendo che le informazioni riportate nel quotidiano sono scevre da ogni tipo di influenza che possa distorcere la realtà fattuale raccontata. Il terzo intervento è stato riservato a Mirko Pajé, direttore creativo coordinamento immagine del Gruppo Mediaset e il suo intervento ha riguardato cosa l’immagine è per chi la osserva nel marketing. “L’immagine visiva – dice il dottor Pajé – è, da sempre, la prima forma di comunicazione, ancor prima della scrittura. Nell’epoca della televisione e dei video l’immagine reale può cambiare e può essere studiata per renderla più gradevole agli occhi degli spettatori e far incontrare allo spettatore cose che lui desidera, come delle “caramelle per gli occhi”. L’immagine di ciò che si propone può arrivare a superare la sostanza dello stesso e sopratutto sapere dove si colloca nell’immaginario di chi lo osserva ciò che hanno appena visto. L’immagine, infatti, riesce a cannibalizzare il prodotto e il prodotto la sostanza.” La dottoressa Francesca Rinni, marketing Director di Volvo Group Italia, con il suo intervento rivela qual’è l’asso nella manica di chi fa marketing.“Si deve conoscere l’origine dell’azienda e fare propri i valori dell’azienda per la quale si lavora. L’approccio al marketing tuttavia rimane basarsi sui numeri e sulle statistiche. L’aspetto emozionale è un elemento che si aggiunge nel modo di fare analisi strutturale del mercato. Il customer jouney è essenziale, quanto il rapporto umano con il settore delle vendite, che permette di conoscere il mercato e sapere su cosa e per chi si sta lavorando. Le tre chiavi per raggiungere il successo nel marketing è: avere chiaro il target di consumatori al quale rivolgersi, per definire le strategie di mercato. Conoscere il mercato e avere relazioni con le vendite che sono il motore per raggiungere gli scopi di marketing.”