Social Media is not Real Life

Cosa c'è dietro la vita sui social network

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Pubblica. Modifica. Ritaglia. Filtro. Scrivi qualcosa su questa foto. Condividi.

A cosa stai pensando? Dove ti trovi? Chi è con te?

Ecco tutte le azioni che ci propone, ogni giorno, un social network. Noi, le assecondiamo tutte anche se, a leggerle così, fanno riflettere molto: se nella vita reale qualcuno ci proponesse di “modificarci”, “ritagliarci”, “filtrarci”, “commentarci” lo sentiremmo come un oltraggio, senza contare quanto percepiremmo invadenti persone che ci pongano le stesse domande di Facebook, magari con la stessa frequenza con cui accediamo ai social network nell’arco di un’intera giornata.

Questo perchè la vita sui social media è differente dalla vita reale: ma allora per quale motivo ci affanniamo tanto per apparire in un certo modo online? E perchè percepiamo come vero ogni cosa che vediamo o leggiamo online?

Mesi fa Eric Sheffield fu autore di un ironico video, che ha fatto il giro del mondo, su quanto sia falsa la nostra percezione della vita altrui attraverso i social network (https://www.youtube.com/watch?v=KaByna1w5Uw): in realtà, a pensarci bene, la questione sembra essere un’evoluzione della lotta a photoshop che asseconda gli stereotipi e plasma le immagini in virtù di essi. Ma cosa succede quando la vita online inizia a condizionare la nostra vita offline, quella vera, con conversazioni e condivisioni reali? Questo è quello che è accaduto ad Essena O’Neill.

Essena ha 18 anni, è australiana ed è una modella: lo è diventata attraverso i social network e quando ha iniziato aveva 12 anni, più di 574mila seguaci su Instagram, oltre 250mila follower su Youtube e trascorreva 50 ore alla settimana per rispondere alle domande su Trumbl e a scattare foto da pubblicare online. Tanti numeri, poca vita vera. Così Essena O’Neill ha cancellato circa 2 mila foto dai social network e a quelle restanti ha aggiunto una didascalia in cui descrive quanto tempo ha impiegato per quella foto, i filtri e le modifiche e tutti i dettagli: da quanto l’hanno pagata per indossare quell’abito a quanto trucco aveva per coprire l’acne che aveva in quel periodo.

Insomma, uno studio preciso per rendere in modo perfetto l’autenticità, anche se quest’ultima è per definizione il sinonimo di veridicità.

Preoccuparsi del suo aspetto l’aveva portata ad una forte depressione e così ha deciso di promuovere un movimento in grado di non far sentire giudicate le persone in base alle loro caratteristiche fisiche. Ecco che con un paio di didascalie e video senza trucco una diciottenne australiana sposta il velo di Maya: Social Media is not Real Life.  

 

P.S. Credi che Gianni Morandi trascorra le sue giornate a commentare elargendo abbracci e parole carine a tutti? Che Anna sia sempre lì pronta a scattargli foto e ad indicargli l’orario in cui postarle?

Se avete risposto sì: Vi ricordate in quanti parlavano di Gianni Morandi, mamme nostalgiche della gioventù a parte, prima che aprisse un account facebook?