La musica è un modo di vita da fare con professionalità, sono queste le parole di Daniel Baremboin, rilasciate in un’intervista a Che tempo che fa, che ci aiutano a capire il senso che lui stesso ha voluto dare alla sua esistenza. Una vita trascorsa tra i più grandi teatri di tutto il mondo, che gli ha permesso di ottenere un’indiscussa fama internazionale come pianista e come direttore d’orchestra e di regalarci il suo straordinario talento. La musica, musa di tutta la sua vita, viene da lui definita ‘aria sonora‘. Sostiene che con la musica si possa comunicare, ma soprattutto vivere emozioni contrastanti, assaporare il dono della simultaneità, dell’eternità e della morte. Nella musica c’é ogni colore della vita. E Baremboin é sicuramente riuscito a cogliere ogni sfumatura dell’esistenza umana, lasciando che il suo talento potesse essere una guida non solo nella sua carriera musicale, ma anche nel suo impegno sociale. La musica, quindi, usata per educare ma soprattutto per creare dialogo. Nato nel 1942 a Buenos Aires da genitori Israeliani, da sempre si é infatti impegnato per la difesa dei diritti palestinesi, definendo la vicenda arabo-palestinese, che va avanti dal 1948, come un ‘maledetto conflitto’. Ha tentato di sostituire la discordia e l’odio con l’armonia della musica. Per questo, ha cercato di creare, con il suo grande dono, momenti di riflessione e di dialogo tra i due popoli. Ha suonato nel 1967, assieme alla famosa compagna Jacqueline du Pré, all’inizio della Guerra dei Sei Giorni, poi del Kippur e infine del Golfo. Come segno di riconoscimento il popolo palestinese gli ha concesso la propria cittadinanza, nel 2008, rendendolo l’unico uomo cittadino sia di Israele che della Palestina. Tuttavia, uno dei contributi più significativi è arrivato nel 1999, quando assieme a Edward Said, scrittore e professore palestinese, ha fondato il workshop ”West-Eastern Divan“, che ogni estate invita giovani musicisti israeliani e degli altri Paesi arabi a lavorare insieme in orchestra. L’obiettivo é quello di creare un dialogo tra le culture del Vicino Oriente, che vada al di là delle credenze politiche e religiose, ed usi un’unica lingua: la musica. Questo successo ha portato all’avvio di un altro progetto per l’educazione musicale nei territori palestinesi, che comprende la fondazione di un asilo musicale e l’istituzione di un’orchestra giovanile palestinese. L’idea che un’educazione musicale sia possibile e necessara sin da bambini lo ha spinto, inoltre, a creare un asilo musicale a Berlino, nel settembre del 2005. Come lui stesso sostiene, ‘la musica non é elitista e dove ci sono tagli alla musica é perché vi é ignoranza’. Infatti, afferma che l’80% di tutti i bambini che frequentano questa scuola continuano a studiare la musica anche successivamente. Barenboim a fine Dicembre ha lasciato il ruolo di direttore d’orchestra de La Scala, ricoperto dal 2005. Il Maestro ricorda l’orchestra de La Scala come un’orchestra curiosa, e sottolinea come la curiosità sia un elemento essenziale, oltre la bravura, per migliorarsi e per scoprire le infinite sorprese che la musica non si stanca mai di offrire.