Poco distante da Firenze c’è un castello delle meraviglie. Non il solito castello di pietra circondato da un fossato ma un castello il cui cuore pullula di Oriente. Situato a Leccio, nel comune di Reggello, vicino Firenze, il Castello di Sammezzano è un vero e proprio tesoro nascosto della Toscana. La magia inizia già nel parco che si deve percorrere per raggiungerlo, dove si trova un patrimonio botanico inestimabile, con piante ed alberi di ogni genere, tra cui una sequoia alta 46 metri. La vera meraviglia è però la visita dell’edificio stesso. Costruito agli inizi del ‘600, si pensa che la storia del luogo dove sorge sia addirittura più antica e che vi abbia soggiornato anche Carlo Magno, di passaggio per le terre fiorentine, assieme alla moglie e ai figli. L’aspetto attuale si deve però al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, protagonista indiscusso della vita sociale e politica fiorentina del XIX secolo, che, dopo aver ereditato il castello, dal 1853 dedicò, in veste di committente e di architetto, anima e corpo alla trasformazione di questo posto, sulla linea di uno stile moresco. La facciata ricorda il Taj Mahal in India, mentre il suo interno si ispira all’Alhambra di Granada. Le sue sale sono tutte curate nei minimi particolari. Diverse l’una dall’altra, risplendono per la loro originalità: alcune super colorate, altre bianche e blu, richiamano tutte quante lo stile arabeggiante e sono un piacere per gli occhi e per la mente. Nella Sala da Ballo, per esempio, dominano il pizzo e i merletti, rigorosamente bianchi, mentre, nella Sala dei Pavoni, vi è una decorazione a ventaglio multicolore che ricorda l’animale da cui prende il nome. Infine, vi sono scritte di frasi tratte dalla letteratura italiana classica che, nascoste più o meno in ogni stanza, si mostrano solo ai visitatori più attenti. Nel dopoguerra questo castello fu trasformato in un hotel di lusso, con ristorante e camere dove poter soggiornare, e all’esterno fu aperto un piccolo bar che divenne il luogo di ritrovo per molte famiglie e giovani del posto. Fu venduto, poi, all’asta nel 1999 ad una società italo-inglese, ma a partire dall’ottobre del 2015 è nuovamente venduto al miglior offerente a causa dello stato di insolvenza della società stessa. Nell’aprile del 2012 è nato il comitato Save Sammezzano per promuovere il restauro e la valorizzazione di questa bellezza, troppo spesso dimenticata. Il sogno sarebbe quello di trasformare il castello in un polo museale multifunzionale: il piano terra, che non ha un valore culturale, sarebbe adibito alla ristorazione mentre il piano superiore diverrebbe museo e location per cerimonie ed eventi. Il secondo piano verrebbe destinato a mostre private e ad un centro di studi orientali. Il parco, infine, sarebbe utilizzato per attività ricreative come percorsi botanici e parco avventura. Le visite al castello adesso sono consentite solo durante giornate di apertura straordinaria che, grazie al gruppo di volontari del comitato F.P.X.A, nato per ricordare la figura del marchese, stanno diventando più frequenti, per cercare di far conoscere la magia di questo luogo, con la speranza di ricevere fondi per riportarlo allo splendore del passato il prima possibile.
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