Se c’è un pregio nel mondo del Basket NBA, questo si nasconde dietro sette lettere. Sette lettere che racchiudono un mondo, uno stile di vita, uno dei periodi più belli dell’anno, notti italiane insonni in attesa che la rotazione terrestre faccia arrivare l’ora X dall’altra parte dell’Atlantico. Sette lettere per una parola: PLAYOFF! Il meccanismo è molto più semplice di quanto possa sembrare: le 30 squadre partecipanti al Campionato della National Basketball Association sono divise in due gironi, Est ed Ovest. Nel corso della stagione regolare da 82 partite si delinea la classifica e le prime 8 di ogni girone, di ogni Conference per essere precisi, accedono ai Playoff, le altre 14, invece, sono già in vacanza. Ai Playoff continua la suddivisione tra Est ed Ovest e le squadre si affrontano in serie al meglio delle sette partite, fino alla serie finale, culmine di epicità della competizione. Quest’anno, porta principale di ingresso alla post-season è stata la partita numero 82 della stagione, l’ultima, quella che normalmente non conta nulla e che invece poche settimane fa ha visto i Golden State Warriors conquistare il record di vittorie in un solo anno stabilito dai Chicago Bulls di Michael Jordan. Ma, cosa forse ancor più importante, ha visto anche l’addio al Basket giocato di Kobe Bryant, che ha appeso al chiodo la canotta gialloviola col 24, per entrare di diritto nell’olimpo del Basket ogni epoca. Ai blocchi di partenza i nomi per la vittoria finale sono sempre i soliti: favoriti principali i Warriors campioni in carica che vengono dal record di cui sopra, guidati dal solito Steph Curry con intorno la macchina perfetta allenata da Steve Kerr. Competitors ad Ovest restano San Antonio Spurs ed Oklahoma City Thunder: i primi per l’ennesimo titolo nella splendida storia di quei ragazzini che contano 113 anni in tre (Duncan, Ginobili e Parker, ndr), i secondi per consacrare il talento di Durant e Westbrook, in quella che forse potrebbe essere l’ultima occasione per farlo con le canotte azzurre dei Fulmini di Oklahoma City. Ad Est, tutto molto meno incerto: i Cleveland Cavaliers di Lebron James, finalisti l’anno scorso, sembrano avere la strada spianata anche quest’anno verso il titolo di Campioni della Eastern Conference, per poi provare a mettere le mani, per la prima volta nella loro storia, sul trofeo dei Campioni NBA. Al momento della stesura di questo articolo non siamo neanche a metà dell’opera, il primo turno è finito e si è delineato il programma delle semifinali di conference che sono appena cominciate. Nel primo turno, tutto come da pronostico, o quasi: Golden State, OKC, San Antonio, e Cleveland passeggiano rispettivamente contro Houston, Dallas, Memphis e Detroit. Le prime due concedendosi addirittura il lusso di una sconfitta, le altre non lasciando nemmeno queste poche briciole agli avversari. La quarta partita ad Ovest è l’unica ad aver ribaltato l’iniziale accoppiamento di classifica: Portland, classificatasi come quinta, ha infatti battuto i Clippers decimati dagli infortuni per 4-2. Ad Est, invece, Atlanta è stata la prima a raggiungere i Cavaliers in semifinale dopo aver battuto i Celtics e l’ultima semifinale è stata decisa dopo due Gare 7, nelle quali Toronto Raptors e Miami Heat hanno battuto, rispettivamente, Indiana Pacers e Charlotte Hornets, vera sorpresa di questa stagione di Basket a stelle e strisce. Il tabellone delle semifinali si è così completato: Warriors – Trail Blazers e Spurs – Thunder ad Ovest, Cavaliers – Hawks e Raptors – Heat ad Est. Dispiace che per quest’anno non ci siano italiani a farne parte sul parquet. Noi veri maniaci, però, continueremo a seguire queste nottate di grande Basket con la stessa passione, nell’attesa del Preolimpico. Siamo solo all’inizio di questo viaggio, di ore di sonno ne perderemo ancora tante, consapevoli che per questo meraviglioso spettacolo ne varrà sempre la pena.