Onore agli Azzurri. Alla selezione italiana di Eurobasket 2015 va resa la giusta riconoscenza per averci fatto emozionare, ma soprattutto per averci fatto sognare di poterci giocare la possibilità di tornare sul tetto d’Europa dopo Nantes ‘83 e Parigi ’99. Il cammino verso i fatali quarti di finale rimarrà per sempre una bellissima pagina del movimento cestistico Italiano. Un cammino fatto di errori, frustrazioni e incomprensioni in un primissimo momento e grinta, tecnica, orgoglio e consapevolezza nei propri mezzi poi. Sfido chiunque abbia visto le prime due partite a non aver pensato almeno per un secondo che le enormi aspettative sul gruppo Italiano non sarebbero state minimamente ripagate. Parliamo di una delle nazionali italiane più talentuose di sempre, se non la più talentuosa. Un organico composto da giocatori capaci di dominare nei campionati italiani degli ultimi anni e soprattutto con tutte le stelle NBA sul parquet. La pressione e l’attenzione del Paese sui ragazzi è stata mai come prima altissima. La sconfitta contro la Turchia e la stentata vittoria contro l’Islanda nelle prime due giornate del torneo, non sono state del tutto negative. Sono state, infatti, delle parentesi funzionali all’evoluzione del gruppo. Contro i figli dell’impero Ottomano abbiamo sofferto tremendamente le incursioni e le fucilate di due giocatori di indubbio valore come Ilyasova e Osman così come la fisicità di Erden sotto canestro e la visione di gioco del playmaker Muhamed aka Bobby Dixon. L’unico italiano realmente sugli scudi nella partita d’esordio è stato Danilo Gallinari: genio e regolarità. Regolarità, si, perché il Gallo è stato capace di discernere i momenti nei quali spingere sull’acceleratore. Ha preso falli e tiri in lunetta e sganciato triple dopo meravigliosi step back ma allo stesso tempo ha innescato i suoi compagni dandogli fiducia e consapevolezza. Come ha dichiarato lo stesso Tim Connelly, suo general manager ai Denver Nuggets, Gallinari ha dimostrato di non essere semplicemente tornato dall’infortunio ma di essere più forte che mai. A togliere le castagne dal fuoco nel match contro l’Islanda, vincitrice morale del torneo per spirito e abnegazione mostrate in campo, è stato però Alessandro Gentile. L’uomo copertina dell’Olimpia Milano ha chiuso l’incontro con 21 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e una palla rubata. A soli 22 anni l’Ariete ha mantenuto un alto livello di basket per tutto il torneo, trascinando la squadra in diversi frangenti con la propria potenza fisica ed esplosività. Gli manca ancora l’esperienza per capire le circostanze di gioco dove talvolta le scelte di non forzare o affidare la palla nelle mani di un compagno risultano le opzioni migliori, ma il talento e la determinazione lo porteranno nella giusta direzione. Il successivo incontro del girone contro la Spagna è stato un match da tramandare ai posteri: l’apoteosi per ogni appassionato italiano della palla a spicchi. Se nelle precedenti due giornate, infatti, l’Italia non era stata capace di mantenere alta per tutto l’incontro l’intensità offensiva ma soprattutto quella difensiva, proprio contro i signori d’Europa i nostri Azzurri hanno prodotto la partita perfetta. Senza nulla togliere al meraviglioso lavoro del collettivo, rimarranno impresse nella memoria di tutti in modo particolare le magia di Andrea Bargnani sotto canestro contro Pau Gasol, le clamorose bombe da 3 di Marco Belinelli, che ha chiuso con un irreale 7-9 dall’arco, la maestria di Danilo Gallinari nel tessere la tela del gioco e la tenacia e il pragmatismo cestistico dello “Squalo” Pietro Aradori. La sbornia post vittoria sulle Furie Rosse, però, è stata prontamente smaltita dai nostri “cagnacci” in vista di un’altra fondamentale sfida: Italia-Germania. L’infinito duello sportivo con i Tedeschi si è impreziosito di un altro bel capitolo nel momento in cui Belinelli ha infilato la tripla che ha fissato il punteggio sul 87-82 con 25 secondi rimasti sul cronometro dell’over time, ammazzando la partita. Tedeschi battuti in casa loro, ancora una volta, e biglietto per gli ottavi di finale di Lille in mano. Il commovente saluto finale del palazzetto di Berlino al condottiero di mille battaglie Dirk Nowitzki, che a 37 anni ha appeso le scarpette al chiodo con la sua nazionale, ha suggellato una bellissima serata di sport. Il match contro la Serbia del giorno dopo, per concludere il girone di ferro, ha un esito già scritto. L’Italia, prosciugata di energie mentali e fisiche, ha giocato un match ampiamente sotto tono contro i vice campioni del mondo allenati da Aleksandar Djordjevic che non hanno faticato a batterla. Terminato il girone come terza migliore squadra dietro a Spagna e Serbia, è andata in scena la fase ad eliminazione diretta in quel di Lille, Francia. Agli ottavi di finale la pratica Israele è stata sbrigata senza troppe difficoltà dagli uomini di coach Pianigiani: in vantaggio di 10 punti all’intervallo, i ragazzi si sono confermati aggressivi e propositivi nella ripresa andando a chiudere l’incontro con un impressionante scarto di 30 punti. Un incontro dominato in lungo e largo sia dall’arco, citofonare Marco Belinelli per conferma, che a rimbalzo e più generalmente in difesa. Una menzione d’onore va resa a Gentile per il personale bottino di 27 punti e per il lavoro di contenimento della stella Israeliana Omri Casspi, che ha performato ben al di sotto delle aspettative chiudendo con 8 miseri punti. Successivamente, ai quarti di finale, la Lituania è riuscita a batterci producendo una partita perfetta. Proprio quando l’entusiasmo e la consapevolezza di essere in piedi sulla cresta dell’onda avevano raggiunto il loro stadio più avanzato, la nostra selezione ha dovuto fare i conti con i numeri incredibili dei giganti Lituani: 61% dall’arco dei tre punti, 11/18, 28 assist concretizzati, 56,3% dal campo, 37 rimbalzi. Nonostante una prestazione sopra le righe del “Mago” Bargnani, quell’appoggio al tabellone dopo essersi letteralmente mangiato la linea di fondo contro Valanciunas è già storia, e delle prestazioni abbastanza solide degli altri componenti del roster, specialmente in difesa, non siamo riusciti ad imporci nei momenti chiave dell’ultimo quarto regolamentare e soprattutto nell’over time. Gridano ancora vendetta le due palle perse da Belinelli nei tempi supplementari ma a bruciare è soprattutto la gestione dell’ultima azione dei tempi regolamentari dove, con 10 secondi netti rimasti sul cronometro, l’Ariete Gentile, nel tentativo di guadagnarsi fallo e tiri in lunetta, è stato abilmente chiuso all’angolo da 3 difensori Lituani rendendo vana qualsiasi tipo di scelta offensiva. La Lituania è stata semplicemente più forte e più concreta di noi, va reso a Cesare quel che è di Cesare. 24 ore dopo, La delusione e l’amarezza per una semifinale sfumata hanno fatto di nuovo spazio all’orgoglio e al talento permettendo ai nostri di battere la Repubblica Ceca ed accedere al prossimo torneo pre-olimpico. Eurobasket 2015 è stata una bellissima avventura a tinte verdi, bianco e rosse ma non deve limitarsi ad essere la pagina di un’odissea incompiuta; ripartendo da quanto vissuto nelle scorse settimane, bisogna cercare di costruire un avvenire di podi e medaglie per rimanere impressi sempre di più nella leggenda di questo meraviglioso sport. Tutti con gli Azzurri.