CosmoLUISS – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it Sun, 18 Feb 2018 20:38:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.8.2 http://www.360giornaleluiss.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/02/cropped-300px-32x32.png CosmoLUISS – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it 32 32 97588499 L’asso nella manica per fare marketing http://www.360giornaleluiss.it/lasso-nella-manica-marketing/ Wed, 08 Nov 2017 12:27:00 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=9031 In occasione dell’incontro “Marketing Manager a confronto” organizzato da MOPI, marketing e organizzazione delle professioni in Italia, e da LEP, associazione culturale Luiss, tenutosi presso la sede di viale Romania il 26 ottobre, si è avuto modo di cogliere le diverse visoni dei Marketing Manager e fare una summa intorno a questa figura che è

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In occasione dell’incontro “Marketing Manager a confronto” organizzato da MOPI, marketing e organizzazione delle professioni in Italia, e da LEP, associazione culturale Luiss, tenutosi presso la sede di viale Romania il 26 ottobre, si è avuto modo di cogliere le diverse visoni dei Marketing Manager e fare una summa intorno a questa figura che è diventata, nella realtà economico-commerciale attuale, il punto di riferimento per le imprese. Il suo ruolo è quello di coordinare le attività che precedono il lancio e la conseguente vendita di un prodotto. Le competenze richieste sono delle più varie e non solo una conoscenza di tipo tecnico e settoriale è sufficiente per ricoprire al meglio questo posizione. “Prima cosa da fare nel marketing – come ricorda Marco D’Angelo, director of business development and marketing, presso Bonelli erede – sia per l’approccio business to business sia per quello business to consumer, è capire come funziona il processo attraverso cui, il consumatore o chi acquista ottiene informazioni sul servizio e definisce la scelta d’acquisto. La differenza si torva nelle fonti informative alle quali il marketing ricorre. Spesso è una raccolta analitica di ricerche di mercato o di nuovi canali, come quelli online. Nel B2B, pur dovendo conoscere le fonti di acquisto, si guarda alla forza di vendita che diventa fondamentale. Se non c’è scambio di informazioni tra vendita e marketing allora l’impresa non ha troppe certezze quando agisce nel mercato.
Diverso è l’approccio che propone Pierluigi Mariuz, responsabile coordinamento editoriale e advertising manager del Corriere della Sera, il quale sostiene che -“essenziale, nel marketing editoriale e dell’informazione, sia far passare il concetto che le notizie non sono una commodity, i fatti per essere raccontati devono essere raccolti da giornalisti responsabili, in quanto andranno a formare l’opinione dei lettori.” Il lettore che acquista il giornale, dunque, fa un atto cosciente, sapendo che le informazioni riportate nel quotidiano sono scevre da ogni tipo di influenza che possa distorcere la realtà fattuale raccontata.
Il terzo intervento è stato riservato a Mirko Pajé, direttore creativo coordinamento immagine del Gruppo Mediaset e il suo intervento ha riguardato cosa l’immagine è per chi la osserva nel marketing. “L’immagine visiva – dice il dottor Pajé – è, da sempre, la prima forma di comunicazione, ancor prima della scrittura. Nell’epoca della televisione e dei video l’immagine reale può cambiare e può essere studiata per renderla più gradevole agli occhi degli spettatori e far incontrare allo spettatore cose che lui desidera, come delle “caramelle per gli occhi”. L’immagine di ciò che si propone può arrivare a superare la sostanza dello stesso e sopratutto sapere dove si colloca nell’immaginario di chi lo osserva ciò che hanno appena visto. L’immagine, infatti, riesce a cannibalizzare il prodotto e il prodotto la sostanza.”
La dottoressa Francesca Rinni, marketing Director di Volvo Group Italia, con il suo intervento rivela qual’è l’asso nella manica di chi fa marketing.“Si deve conoscere l’origine dell’azienda e fare propri i valori dell’azienda per la quale si lavora. L’approccio al marketing tuttavia rimane basarsi sui numeri e sulle statistiche. L’aspetto emozionale è un elemento che si aggiunge nel modo di fare analisi strutturale del mercato. Il customer jouney è essenziale, quanto il rapporto umano con il settore delle vendite, che permette di conoscere il mercato e sapere su cosa e per chi si sta lavorando. Le tre chiavi per raggiungere il successo nel marketing è: avere chiaro il target di consumatori al quale rivolgersi, per definire le strategie di

mercato. Conoscere il mercato e avere relazioni con le vendite che sono il motore per raggiungere gli scopi di marketing.”

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“Per” gli studenti e “A” gli studenti? http://www.360giornaleluiss.it/gli-studenti-gli-studenti/ Thu, 05 Oct 2017 11:28:23 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8913 Questa è la prima volta che scrivo un articolo tutto “mio”, dove al centro sia proprio una mia riflessione sugli studenti. Ho sempre pensato che dietro i miei articoli, dietro le mie interviste, ci fosse un mio pubblico di lettori. Pubblico con il quale si sia stabilito un rapporto – seppure indiretto – di scambio

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Questa è la prima volta che scrivo un articolo tutto “mio”, dove al centro sia proprio una mia riflessione sugli studenti.

Ho sempre pensato che dietro i miei articoli, dietro le mie interviste, ci fosse un mio pubblico di lettori. Pubblico con il quale si sia stabilito un rapporto – seppure indiretto – di scambio di sensazioni. Tramite una poesia, tramite un disegno, tramite le parole mie o di chi mi ha aiutata in questo bellissimo cammino. Cammino che per me porta il nome di 360.

Oggi, in questo momento esatto, mi trovo a Villa Blanc. Maestosa sede, curata in ogni dettaglio, per la quale la Luiss ha fatto un investimento non indifferente. Oggi, nella mia esperienza così “nell’ombra”, ho avuto modo di riflettere. Vorrei non solo condividere questa riflessione con voi, ma invitarvi a riflettere, scrivermi, e farmi sapere cosa ne pensate. Che sia quindi uno spunto di riflessione, per instaurare, ove chiunque volesse, una “conversazione” interessante.

Il mio professore di Diritto Penale, ha suggerito a me e al canale intero, di prendere parte, oggi, a questa conferenza. È soprattutto la presentazione di un master interessante, incentrato sulla cibernetica, e che porta il nome proprio di “Cybersecurity e cyberattack”. Evento che iniziava alle 15:30, e che avrebbe inglobato gli interventi di illustri figure, nei settori informatici e giuridici, ma anche economiche. Questo perché lo stesso tema viene a presentarsi, soprattutto, all’interno di aziende sottoposte ad attacchi cyber. Questo comporta spese per le imprese di circa due milioni di euro ad attacco. La Cina, del resto, grande potenza economica mondiale, ha investito, come il Rettore P.Severino ha tenuto ha precisare, milioni per provvedere alla formazione informatica. Questa formazione viene inserita nel settore giuridico, per combattere e prevenire il fenomeno.

Alle 15:00 ho effettuato l’accredito, e sono entrata nell’aula, dove mi hanno accompagnata ad un posto prestabilito. Al che, mi sono seduta, mi sono guardata intorno, e ho visto solo una fila di posti riservata agli studenti. Saranno stati scarsi venti posti, e solo cinque o sei non avevano il cartellino “riservato”. Mi sono chiesta perché, ma non ci ho dato tanto importanza, perché l’evento necessitava di un accredito. Ho solamente pensato che fossero stabiliti in base agli accrediti complessivi.

Dopo 30 minuti, mi hanno fatta alzare, e mi hanno fatta spostare indietro, in piedi, in un’area quasi sbarrata. §Mi hanno detto di restare li, dietro quei separatori. Senza pensarci, mi sono fermata li. Mi guardavo intorno un po’ smarrita, un po’ spaesata. Quando giro la testa mi assale un gruppo di giornalisti, di cameramen, fotografi, e via dicendo, e mi cacciano anche da quel piccolo posto che mi avevano assegnato. Ancora più smarrita mi metto in un posticino piccolino piccolino, ve lo giuro.

Chiedo gentilmente dove andare. Mi invitano ad uscire, perché qualcuno mi scorterà nel posto da cui posso assistere a questa conferenza. Esco dalla bellissima Sala Da Ballo della Luiss Business School, a Villa Blanc, e qualcuno mi sposta verso il banco dove ho fatto l’accredito. Non sapevano dove mandarmi. Qualcuno, molto innervosito dal fatto che stavo, in maniera forse un po’ spiazzata, e forse leggermente irritata, mi porta scocciato verso l’aula verde. C’è uno schermo e una diretta Facebook.

Ora sono qui, davanti questo schermo. E rifletto.

Ci saranno stati dieci studenti, anche se penso di meno, a questo evento. Dieci studenti, che per essere presenti ad un evento così avanzato per un corso di laurea ancora da concludere, sono dieci studenti interessati e sconvolti contestualmente.

Comincia il dibattito il presidente di Elettronica Enzo Benigni. Lo stesso, fa riferimento agli studenti che dice “ho visto di là”. Gli studenti, che secondo lui, sono il futuro perché un giorno saranno seduti in posti diversi. Saranno seduti dove oggi siedono i dirigenti. Mi chiedo, spontaneamente: ma se gli studenti sono coloro che frequenteranno il Master, perché non possono essere li? Se gli studenti sono coloro che possono essere formati per le aziende, perché non è stato predisposto un luogo adatto a contenere gli studenti stessi? Ha risposto il direttore generale G. Lo Storto: Villa Blanc è stata soggetto di attacchi cibernetici in fase di acquisto della struttura da parte dell’università. Però resta il fatto che un master viene logicamente predisposto non per dirigenti e organizzatori dello stesso, ma per studenti.

Prosegue il Magnifico Rettore, che si chiede “perché sono in aula così tanti dirigenti?”. Ho pensato che avrebbe avuto la mia stessa questione da porsi, ma mi ha subito smentita. Sono rimasta molto sorpresa dal fatto che non siano stati mensionati in nessun momento gli studenti. Studenti, che hanno lasciato posto a dirigenti, illustri figure, e stampa a volontà.

Poi si costituisce una tavola rotonda, dove illustrare il tema, piuttosto che il master. Tavolo costituito da tecnici, che sostanzialmente spiegano – proprio in questo momento – i temi che verranno trattati al master. Esordisce un rappresentante di “Elt” (Elettronica): “a tutti gli amici studenti che ci ascoltano…”. Tutti gli amici studenti, che vi ascoltano in una diretta facebook, tramite uno schermo. Studenti che si trovano a 10 metri da voi, che vorrebbero farvi qualche domanda. Studenti interessati, perché questi eventi dovrebbero essere organizzati per gli studenti. Qualora non ci fosse stato spazio per gli studenti, gli organizzatori degli eventi avrebbero potuto restringere il campo, escludendo gli studenti.

Perché, se tutto quello che la Luiss organizza e predispone è fatto per gli studenti, non riusciamo mai ad avere abbastanza spazio?

Per il primo numero del cartaceo, che era il mio primo numero da caporedattore alla rubrica “Caffè con…”, mi hanno proposto un tema. Tema che era l’istruzione, e ho deciso di intervistare il direttore generale per una migliore prospettiva dell’anno accademico. Le parole chiave dell’anno accademico citate dal Direttore sono state: inclusione, condivisione, consapevolezza. Inclusione, che non sono riuscita ad inquadrare molto bene nei miei pensieri di oggi.

Il resoconto della conferenza, ha due prospettive, proprio per questo motivo.

Da una parte un tema molto interessante ed estremamente attuale. Si snodava su due livelli distinti ovviamente: la presentazione del master da un lato, la cybersecurity e il cyberattack dall’altro. Tema molto importante, perché dal punto di vista della sicurezza, le aziende necessitano di protezione. Necessitano di protezione perché, come ha sottolineato la Severino, ci troviamo di fronte al cambiamento del modo di vivere il commercio. L’era della digitalizzazione sta prendendo piede in qualsivoglia settore della vita. Ci troviamo di fronte ad un cambiamento, che eliminerà l’acquisto diretto. Saranno utilizzate, in un futuro non molto remoto, in maniera quasi assoluta, le piattaforme di e-commerce per l’80% degli acquisti. Emma Marcegaglia, che ha sostenuto di parlare oggi in veste di imprenditrice, ha trattato anche il tema del lavoro. I posti di lavoro che si perderanno a causa del diverso modo di commerciare, saranno sostituiti da nuovi posti di lavoro.

E qui entra in gioco il ruolo del master. Master cui le pubbliche imprese hanno aderito con piacere, così come le imprese private. C’è bisogno di formare giovani che, in collaborazione con le altre università nei settori interessati, specie i settori informatici, abbiano un ruolo chiave nelle imprese. Ruolo che si concretizza con la capacità di poter fornire un’assistenza tecnica dettagliata. Ruolo che viene completato dalla figura del giurista specializzato nella difesa, nella prevenzione e nella protezione dagli attacchi informatici.

Dall’altra parte, tante domande. I master sono scelti dagli studenti, creati per gli studenti. Un progetto come questo, alla sua presentazione, dal momento che il master parte da questo dicembre, non avrebbe dovuto veder partecipi un maggior numero di studenti? Non avrebbe dovuto dare la possibilità di “includere” anche noi in questa bellissima iniziativa? Non avrebbe dovuto rispondere alle nostre domande su un tema così attuale in cui noi siamo i primi protagonisti?

In cosa consiste una definizione soddisfacente? Per il filosofo e lo studioso, una definizione è soddisfacente se è pertinente alle cose che definisce e solo a quelle; ecco quanto richiede la logica. Ma nell’insegnamento non è così: una definizione è soddisfacente solo se lo studente la comprende.

Voglio concludere con una citazione di Henri Poincaré, per far riflettere ogni studente che leggerà. Per far riflettere ogni insegnante che dovesse leggere.

 

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Mediterri-amo: racconti da un confine troppo fluido per essere tale http://www.360giornaleluiss.it/mediterri-amo-racconti-da-un-confine-troppo-fluido-per-essere-tale/ Fri, 29 Sep 2017 18:23:52 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8448 “I popoli rivieraschi del Mediterraneo hanno, infatti, che lo vogliano o meno, un comune destino. Essi hanno esercitato una influenza decisiva nel passato della storia dell’umanità.“ – Giorgio La Pira. Lo scorso 27 settembre è partito dalla Casa del Cinema di Villa Borghese il progetto ‘Mediterri-amo’ del regista Maurizio Scaparro. Sarà un viaggio attraverso la

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“I popoli rivieraschi del Mediterraneo hanno, infatti, che lo vogliano o meno, un comune destino. Essi hanno esercitato una influenza decisiva nel passato della storia dell’umanità.“ – Giorgio La Pira.

Lo scorso 27 settembre è partito dalla Casa del Cinema di Villa Borghese il progetto ‘Mediterri-amo’ del regista Maurizio Scaparro. Sarà un viaggio attraverso la poesia, la musica e l’arte che da sempre non soltanto raccontano, ma plasmano il mediterraneo quale spazio di valori comuni e culture fluide. L’itinerario passerà per Roma, Firenze e Venezia, coinvolgendo di volta in volta studiosi, scrittori, attori, musicisti e artisti rifugiati, con la costante collaborazione dell’UNHCR – l’agenzia ONU per i rifugiati. I proventi saranno infatti utilizzati per il progetto ‘Educate a Child’, che dal 2012 lotta per garantire il diritto allo studio ai bambini rifugiati in Africa, Asia e Medio Oriente, che hanno smesso di frequentare la scuola in seguito al trasferimento forzato.
Il lancio romano del progetto ha visto un susseguirsi di interventi di ospiti dal mondo della cultura e delle istituzioni, che hanno raccontato ciascuno la propria esperienza del mediterraneo, intrecciati a letture interpretate dall’attrice Nicole Grimaudo.

Maurizio Scaparro, molte delle cui opere teatrali sono come perle legate da una rotta mediterranea – La Venexiana, Don Chisciotte, La bottega del caffè, Le mille e una notte per citarne alcune – è intervenuto spiegando il perché delle tappe nelle tre città. Roma è infatti la sua città natale, nonché la città degli artisti; Firenze in onore del politico e sindaco Giorgio La Pira, che ideando i ‘Colloqui Mediterranei’ tra 1958 e il 1964 aveva già colto l’importanza geopolitica dello spazio mediterraneo come punto nevralgico della pace mondiale. Consistevano in quattro incontri internazionali sul dialogo tra le famiglie religiose di Abramo – ebrei, cristiani e musulmani – nel contesto storico della decolonizzazione dell’Africa sub-sahariana, della vicenda arabo-israeliana e della questione razziale in sud Africa. Infine Venezia, città simbolo della cultura teatrale e cinematografica italiana, scelta per il suo ruolo storico come crocevia di culture e lingue.

Francesca Corrao, professore ordinario di lingua e cultura araba presso la LUISS ha invece scelto di raccontare la figura di Sherazad di ‘Le mille e una notte’ quale personaggio emblema del mediterraneo che ama. Sherazad è infatti la donna che è ha domato un femminicida seriale con delle storie, che hanno il potere di far ritrovare l’umanità al più inumano degli uomini, perché favoriscono la conoscenza e l’accettazione dell’altro stimolando un naturale processo di immedesimazione con i personaggi. La professoressa ha inoltre insistito sull’importanza di abbattere false credenze su cui si fonda la cultura eurocentrica, accettando di farsi sorprendere da alcune scoperte inaspettate. La cultura infatti non è a compartimenti stagni, ma è un mare in cui diverse correnti si mescolano fluidamente. Adottando questa prospettiva, ecco che si scopre che certe immagini evocate dai Troubadour provenzali, che passando per i sonetti stilnovisti e risuonando in Cavalcanti hanno plasmato l’immaginario amoroso cui continuano ad attingere ancora oggi i poeti- nonché i cantautori- occidentali, si trovano già in alcuni versi arabi del 700 d.C.; oppure si può persino scoprire che il Principe di Machiavelli, opera che ha posto la base etica della politica occidentale moderna e delle relazioni tra stati-nazione, fu scritto traendo inspirazione anche da trattati sulla condotta dei principi arabi.

È poi intervenuto Stèphane Jaquemet, responsabile UNHCR per il Sud Europa, scoprendo al pubblico l’ uomo che è dietro il ruolo istituzionale. Ha parlato da cittadino svizzero di quello che è il suo mediterraneo: per chi come lui ha vissuto tra le montagne in un paese senza sbocco al mare, il mediterraneo è sempre stata la via di fuga da una prigione naturale, un simbolo di libertà, la componente più calda e fluida di una cultura che si sente a metà tra l’ultimo baluardo del mediterraneo e la tradizione alpina. Passando al proprio ruolo istituzionale, ha accennato alla diminuzione degli sbarchi, lasciando intendere che il retroscena che la consente sta avendo conseguenze negative sui soggetti interessati. Tuttavia vede un elemento positivo in questa circostanza, che spera possa avere sviluppi futuri: la possibilità che la diminuzione degli sbarchi illegali si risolva in un impegno maggiore da parte degli stati europei a costruire vie legali per l’immigrazione.

Igiaba Scego, scrittrice italo somala, ha poi raccontato con entusiasmo la propria esperienza con i bambini della scuola multietnica Pisacane di Roma. Partendo dal suo racconto ‘Prestami le ali’, che ha come protagonisti un rinoceronte in cattività, un bambino schiavo ed una bambina ebrea in viaggio per la libertà tra le principali città d’ Europa del 1700, ha affrontato con i bambini del laboratorio il tema della diversità. Ha riferito con gioia la spontaneità e la semplicità con cui questi Bambini hanno compreso il concetto di diversità come naturale, anzi essenziale, alterità, ed hanno condiviso con passione la ricerca della libertà per i piccoli ‘rifugiati’ della favola.

L’evento si è concluso in tono meno leggero, ma altrettanto speranzoso con il racconto di Syed Hasnain. Rifugiato afghano residente in Italia da 10 anni, ha descritto ancora con forte emozione il proprio viaggio lungo 9 anni, dal momento in cui abbandonò la propria madre per sfuggire alla chiamata alle armi talebana, allo sfruttamento in Pakistan ed in Iran, alla tratta disumana tra la Turchia e la Grecia, fino al classico arrivo in Italia viaggiando sotto ad un tir. Tuttavia anche lui ha concluso con un lieto fine questa storia drammatica: ha ringraziato il pizzaiolo italiano che lo accolse per primo in casa propria, quando non aveva ancora alcuna protezione legale, e si è detto fiero del percorso formativo che ha potuto svolgere dopo aver ottenuto l’asilo, che gli permette di essere oggi un mediatore culturale per chi vive ora le stesse difficoltà che ha superato.
Il messaggio che ci lascia Syed è che la sua storia di sventure si è conclusa a lieto fine, e tante altre storie potrebbero esserlo altrettanto, perché ha finalmente incontrato uomini che hanno riconosciuto l’altro che era in lui, comportandosi da veri esseri umani.
Come ha detto la professoressa Corrao infatti, la definizione di essere umano è una attività, che si può esercitare solo riconoscendosi nell’alterità di chi ci circonda, e che va esercitata per meritare la definizione.
Mediterri-amo: racconti da un confine troppo fluido per essere tale

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Gli innamorati a Smirne http://www.360giornaleluiss.it/gli-innamorati-smirne/ Sat, 20 May 2017 10:24:07 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8663 Quest’anno Carlo Goldoni compierebbe 310 anni, e il Laboratorio di teatro LUISS ha deciso di omaggiarlo, festeggiando i suoi 15 anni, con due tra le sue commedie più famose: Gli innamorati e L’impresario delle Smirne. L’adattamento originale è di Ferdinano Ceriani, che si è divertito a raccontare la storia di questa squattrinata compagnia di provincia,

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Quest’anno Carlo Goldoni compierebbe 310 anni, e il Laboratorio di teatro LUISS ha deciso di omaggiarlo, festeggiando i suoi 15 anni, con due tra le sue commedie più famose: Gli innamorati e L’impresario delle Smirne.

L’adattamento originale è di Ferdinano Ceriani, che si è divertito a raccontare la storia di questa squattrinata compagnia di provincia, capeggiata da un impresario avido e un po’ trash, da un regista nostalgico che non può smettere di crogiolarsi nelle sue fantasie di gloria perduta, e da un misterioso uomo d’affari, Alì il Turco. Sarà proprio lui, trovandosi in Puglia, a voler portare la compagnia a Smirne per recitare Gli innamorati di Goldoni.

Questa possibilità sconvolgerà i ritmi degli attori e dei protagonisti, già deliranti per loro natura. Tutti quanti cercheranno di mettersi in mostra, sperando di avere più fortuna di quanto ne potrebbero avere a Molfetta, dove era prevista la tournée. Ma riusciranno a farsi ingaggiare dal Turco?

Si vedranno quindi le scene più divertenti de Gli innamorati con frammenti tratti da L’impresario delle Smirne, mettendo in scena un esilarante metateatro, condito con alcune delle più belle arie d’opera che gli attori si divertono a cantare e coreografare.

I personaggi sono variegati, uno più stravagante dell’altro, a partire dai personaggi principali de Gli innamorati. Il regista ha voluto dividere Eugenia e Fulgenzio in tre, ognuno caratterizzato da un sentimento prevalente: così potremmo vedere in scena l’Eugenia combattiva, l’Eugenia amorosa e l’Eugenia devastata, che si confronteranno con il Fulgenzio combattivo, razionale e amoroso. Sembra un bel intreccio, non vi pare?

E allora cosa state aspettando? Venite a vederci a viale Pola il 22, 23 e 24 maggio alle 21h. La compagnia è in fermento. Correte prima che salpi la nave per le Smirne!

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Torna il Policy Game http://www.360giornaleluiss.it/torna-policy-game/ Thu, 20 Apr 2017 11:45:37 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8568 La terza edizione del Policy Game è prossima ad entrare nel vivo con le simulazioni del 21 e del 28 aprile alla Camera dei Deputati. È proprio il suo coinvolgimento a rappresentare una delle principali novità di quest’edizione del progetto che finora coinvolgeva il Senato. Il Policy Game è un progetto interamente pensato e organizzato

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La terza edizione del Policy Game è prossima ad entrare nel vivo con le simulazioni del 21 e del 28 aprile alla Camera dei Deputati. È proprio il suo coinvolgimento a rappresentare una delle principali novità di quest’edizione del progetto che finora coinvolgeva il Senato.

Il Policy Game è un progetto interamente pensato e organizzato dagli studenti, nasce grazie all’attività dell’associazione studentesca ASP ma fin da subito ha abbracciato tutti i dipartimenti della LUISS. L’idea è quella di far vivere agli studenti le istituzioni nazionali attraverso una simulazione, totalmente gratuita, che permetta loro di affacciarsi alla vita parlamentare sia con i tecnicismi del drafting che attraverso la vera e propria discussione e votazione del progetto di legge e dei suoi emendamenti in aula. Dopo le passate edizioni che hanno trattato di finanziamento pubblico ai partiti e cittadinanza il tema quest’anno è la disciplina del fine vita. È proprio la natura etica del tema che ha dato la possibilità di introdurre un’ulteriore novità nella struttura del Policy: l’assegnazione di un’identità politica ai gruppi parlamentari; quest’anno tre, cioè: progressisti, moderati e conservatori. Quest’anno il progetto è più ambizioso rispetto alle edizioni passate, sebbene siano state diverse le proposte presentate in Parlamento, il tema non è ad oggi presente nell’ordinamento italiano. Per fornire ai partecipanti gli strumenti adatti ad affrontare la simulazione, oltre ai due seminari “tradizionali” sul diritto parlamentare tenuto da Prof. Lupo e sul drafting normativo tenuto dalla Prof.ssa Grigio, sono stati introdotti due seminari specifici: “Bioetica”, tenuto dal Prof. Santoro e “Istituzioni di Diritto Penale delle scienze mediche e Bioetica di fine vita” di Prof. Cupelli.

I ragazzi sono già al lavoro sulla stesura della proposta di legge, ne verranno presentate tre, una per gruppo, che saranno poi corrette dai consiglieri parlamentari della Camera. Questi ultimi decideranno se sceglierne una, considerandola la migliore, o unire parti dei tre progetti in un testo unificato. Una volta ricevuto il testo dai consiglieri parlamentari, i partecipanti si cimenteranno nella discussione generale il 21 Aprile nell’aula delle commissioni, saranno divisi in due commissioni parlamentari, affari costituzionali e affari sociali. Il ddl sarà discusso in orari differenti, infatti, mentre si riunirà la commissione affari costituzionali, i colleghi della commissione affari sociali visiteranno le aule di Montecitorio. Terminate visita e discussione i ruoli si invertiranno.

La proposta degli emendamenti e la votazione finale saranno effettuati nella seconda giornata di simulazione il 28 aprile. La divisione in due giornate della fase parlamentare del Policy e con questa la divisione in due commissioni dei gruppi costituiscono le ultime due entusiasmanti novità di questa edizione.

Di Ettore Russo e Teodora Vulpe

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Il nuovo volto della Turchia: il popolo ha detto “evet” al presidenzialismo di Erdogan http://www.360giornaleluiss.it/il-nuovo-volto-della-turchia-il-popolo-ha-detto-evet-al-presidenzialismo-di-erdogan/ Tue, 18 Apr 2017 14:54:31 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8546 L’ hanno chiamata ‘vittoria di misura’, sul filo di lana. Nonostante la percentuale – tutt’altro che schiacciante – del solo 51,3% dei consensi, il Sì popolare alle riforme costituzionali varate dal governo di Ankara consegna ormai definitivamente, e in forme più che legali, i pieni poteri nelle mani di un solo uomo. Recep Tayyip Erdogan

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L’ hanno chiamata ‘vittoria di misura’, sul filo di lana.

Nonostante la percentuale – tutt’altro che schiacciante – del solo 51,3% dei consensi, il Sì popolare alle riforme costituzionali varate dal governo di Ankara consegna ormai definitivamente, e in forme più che legali, i pieni poteri nelle mani di un solo uomo.

Recep Tayyip Erdogan sa bene come travestire di largo consenso il suo progetto politico di accentramento e, mentre marcia a piè deciso verso una forma di governo del tutto presidenziale, calpesta pure le accuse di “sultanato” mosse dalle opposizioni, che tengono il dito puntato alle schede non valide mentre urlano al broglio elettorale.

Ma le critiche alla legittimità del referendum che si è svolto domenica scorsa, provengono anche da sedi internazionali ben più autorevoli. Secondo Alen Korun, deputata austriaca e membro della delegazione d’osservazione OSCE, sarebbero oltre 2 milioni le schede ritenute manipolate; nel frattempo la stessa Unione Europea ha invitato le autorità turche ad avviare un’ inchiesta sui risultati del voto e, alla luce degli ultimi allarmanti rapporti degli osservatori, di prestare più attenzione alla prossima politica interna. Soprattutto in vista del tanto agognato, discusso, ingresso nella grande famiglia europea.

Erdogan, per tutta risposta, accenna alla reintroduzione delle esecuzioni capitali mentre dall’altro capo del mondo arriva il beneplacito di Donal Trump che avrebbe incentivato l’ormai Presidente turco ad una collaborazione continua per la lotta al terrorismo mediorientale.

L’avanazata dell’ISIS non è però il solo tallone d’achille della politica estera erdoganiana, ambigua e altalenante, perennemente messa sotto accusa dallo spettro russo, imperscrutabile a quello americano. C’è anche l’annosa questione curda. Il PKK, in particolarmodo, che da partito ufficiale diviene, dopo anni, un’ organizzazione terroristica riconosciuta come tale persino dalla NATO (dove la Turchia conserva il suo peso di referente obbligato per il nostro stato); e poi gli arresti a danno dei giornalisti, le sparizioni e i confinamenti di giudici e magistratri, la chiusura di molte redazioni e televisioni locali, la cacciata, nel novembre scorso, di oltre trecentocinquanta ONG presenti sul territorio statale.

Così i diritti umani, la libertà di stampa, l’imparzialità della pubblica amministrazione e della magistratura, da molti anni a questa parte non sono più – o forse non lo sono mai stati – il punto forte di Recep che – specie dal golpe militare dello scorso 15 luglio – ha manifestato una aberrante e risoluta capacità di procedere a veri e propri repulisti di massa, sotto gli occhi sbalorditi della comunità internazionale.

Oltre al noto caso dell’omicidio avvenuto in diretta tv dell’avvocato curdo di fama internazionale, Tahir Elci, trafitto dai proiettili di una sparatoria tra polizia locale e presunti attentatori mai identificati, val la pena di ricordare i circa 40 giornalisti di DHIRA, testata d’ispirazione filo-curda, che hanno trascorso più di qualche mese detenuti nelle carceri turche, e cui ora non è più concesso di pubblicare; o ancora, l’arresto del noto giornalista e scrittore Ahmet Sik, vincitore nel 2014 del premio mondiale UNESCO per la libertà di stampa, barbaramente consegnato alle forze di polizia del suo Paese per vilipendio dello Stato, appena due anni dopo. Infine, come sempre gettate nel mucchio della tortura ai diritti umani, la condizione delle donne turche o, meglio, di quelle cui lo Stato concede ancora, secondo volontà del marito, di vivere in rigorosa osservazione dei dettami dell’Islam. 

Tahir Elci, avvocato e attivista filo-curdo, muore sotto una scarica di proiettili pochi minuti dall’aver rilasciato un’ intervista ad una tv locale, nel distretto di  Diyarbakir (sud est della Turchia). Le dinamiche della sua uccisione non furono mai chiarite, e da più parti il governo turco è stato accusato di omicidio di stato.

Se non bastasse questo a tratteggiare un quadro della situazione, la Corte di Cassazione ha bloccato, lo scorso dicembre, il rimpatrio coatto di un trafficante di droga turco, con ben 7 anni di pena già scontati in Germania, affermando che non fosse materialmente possibile estradarlo in quanto il suo paese d’origine violava i diritti umani. Dopo il golpe militare di luglio infatti, le autorità reinsediatesi dichiaravano la sospensione immediata della Convenzione dei diritti umani in territorio turco. La ragione? Golpe militare, via i diritti umani. In questo panorama, non è allora troppo azzardato affermare che la mezzaluna rossa, ormai ex repubblica parlamentare, più che assumere le agognate vesti del presidenzialismo in stile USA, sembra  avvicinarsi alle autocrazie mediorientali che lì, nelle terre d’islam, hanno sempre ricevuto largo consenso.

Ma cosa prevedono l’insieme delle riforme costituzionali, approvate dal governo di Ankara e sottoposte con successo al vaglio referendario della popolazione turca di domenica scorsa?

Erdogan ha adesso non solo la maggioranza in parlamento, ma anche la facoltà di accentrare nella sua persona, i massimi poteri esecutivo, giudiziario e legislativo. A partire da domenica scorsa, ciò potrà avvenire senza che l’Assemblea di Ankara possa più esercitare alcun controllo al riguardo. Del resto in quella stessa assemblea, Recepp otteneva la maggioranza alle elezioni del 2015 con il 49,9 percento dei voti: ma c’è di più. Erdogan infatti, dal 2019, potrà essere rieletto per due termini consecutivi di 5 anni ciascuno, con una prelazione per ulteriori 5 anni. Questo meccanismo potrebbe portarlo in ipotesi a restare al potere fino al 2030 e a rimanere, fino a quella data, la sola ed unica figura di riferimento come Capo dello Stato in Turchia. L’incarico di premier, in classico taglio presidenziale, è infatti destinato all’abolizione progressiva, mentre i ministri dovrebbero essere eletti direttamente dal Presidente, con una significativa riduzione della loro responsabilità politica di fronte alla Assemblea di Ankara.

Non è un bel panorama, certo. Ma è pur sempre una scelta del popolo turco. Almeno, stando ai dati ufficiali, alle parole di un Sultano che ci chiede di rispettare un voto democratico.

Recep Tayyip Erdogan, saluta la folla dopo la vittoria referendaria di domenica scorsa. Di fronte alle critiche dell’opposizione interna e ai rilievi delle autorità di controllo internazionali, Erdogan continua ad invitare il mondo a rispettare la scelta del suo popolo.

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Interviste ai candidati al CDD di scienze politiche http://www.360giornaleluiss.it/interviste-ai-candidati-al-cdd-scienze-politiche/ Sat, 08 Apr 2017 14:39:37 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8493 Noi di 360°, in collaborazione con The Insider Journal, abbiamo intervistato i candidati al Consiglio di Dipartimento di scienze politiche. Questo è ciò che ci hanno raccontato.   Perché hai deciso di candidarti?  Umberto Scifoni (CDD triennale):  Da oltre un anno e mezzo mi occupo del mondo delle associazioni e, di conseguenza mi sono interessato

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Noi di 360°, in collaborazione con The Insider Journal, abbiamo intervistato i candidati al Consiglio di Dipartimento di scienze politiche. Questo è ciò che ci hanno raccontato.  

Perché hai deciso di candidarti? 

Umberto Scifoni (CDD triennale): 

Da oltre un anno e mezzo mi occupo del mondo delle associazioni e, di conseguenza mi sono interessato particolarmente alla vita universitaria, specialmente nel nostro dipartimento; un dipartimento, molto ampio, che ha bisogno di maggior partecipazione attiva da parte di tutti gli studenti, affinché ci sia una crescita “collettiva”. Ci sono tante opportunità che molti sottovalutano o che non prendono neanche in considerazione: una partecipazione più attiva degli studenti è necessaria, in modo tale da creare una struttura ancora più efficiente, che possa garantire, al di fuori dell’Università stessa, maggiori attitudini lavorative. Penso che ci siano comunque delle problematiche sul punto, che possono essere risolte o anche, più semplicemente, migliorati.

Niccolò Muncibì (CDD triennale): 

Ho deciso di candidarmi anzitutto per passione: a me piace fare queste cose, mettermi a servizio delle persone. Sono arrivato qua solo da pochi mesi, però subito ho notato delle cose che si possono migliorare, delle piccole inefficienze all’interno della nostra Università e io credo di essere la persona giusta per risolvere queste cose. Sono stato rappresentante di istituto per tre anni, ho avuto a che fare con esperienze di questo tipo e secondo me è molto importante che il rappresentante si metta ad ascoltare gli studenti (nel mio programma ho dato risalto a questo punto) e penso di essere in grado di sistemare tutte quelle piccole inefficienze che, sommate, possono causare grandi problemi.

Silvio Ghidini (CDD triennale): 

Io sono al primo anno e, da quando sono arrivato, sono stato travolto dalla grande partecipazione di tutti i ragazzi, specialmente dagli studenti della nostra facoltà di Scienze Politiche. Abbiamo una grandissima associazione, qual è ASP, che è veramente coinvolgente. In un nucleo che ha così tante energie da mettere in campo, così tante cose da dire e così tanta voglia di fare, secondo me è importante continuare a convogliare e cercare di incanalare tutte le voci e le richieste degli studenti nella giusta direzione. Sono stato veramente contento di essere coinvolto dallo spirito generale, e ciò mi ha spinto a prendere questa decisione di mettermi in gioco, sia per gli altri sia per cercare di far crescere ulteriormente questo ambiente che mi ha accolto, nonché per crescere io stesso attraverso questa esperienza.

Marco Guarino (CDD magistrale): 

Ho deciso di candidarmi perché ho pensato che fosse giunto il momento di fare questa nuova esperienza, anche grazie all’amicizia che mi lega con Davide, per la quale ho avuto modo di vivere la sua campagna elettorale in triennale, nonché di condividere alcune delle sue proposte, tra le quali una si trova anche nel mio programma riguardo l’internazionalizzazione. In particolare mi sto battendo per l’inserimento di una meta nel mondo arabo. Fondamentale è stato l’invito rivoltomi da Davide, che mi ha scritto chiedendomi di candidarmi e di “scendere in campo” per appoggiare il suo lavoro.

Cristiana Di Tommaso (CDD magistrale): 

Anzitutto mi presento, sono Cristiana di Tommaso, studentessa al secondo anno di Governo e Politiche. Perché hai deciso di candidarti? Bella domanda! Effettivamente, il fatto di candidarsi al secondo anno di magistrale può suscitare alcune perplessità. A parte il fatto che ho ancora tanto tempo davanti prima della laurea, dal momento che porto avanti un progetto, parallelamente con gli studi, con il prof. D’Alimonte e, dunque, in caso di elezione, avrei comunque il tempo di portare avanti qualche punto del mio programma.

Ho deciso di candidarmi perché nel corso di questo anno e mezzo in cui sono stata qui in LUISS non ho trovato delle cose che invece pensavo di trovare. Dal punto di vista della didattica, per esempio, ho riscontrato delle lacune per determinate materie. Dal punto di vista dell’offerta lavorativa, sarà che ho determinate passioni rispetto al mondo della politica, però ritengo che l’Università debba fare tutto quanto in suo potere per andare incontro alle esigenze degli studenti che decidono di frequentare questo Ateneo, perché la LUISS viene scelta per l’idea che possa dare ai suoi iscritti “un qualcosa in più” che, secondo me, non sempre viene fornito. Manca qualcosa, sia dal punto di vista della didattica che dal punto di vista delle esperienze lavorative.

È per questo che, come rappresentante, mi concentrerò proprio sull’offerta formativa e sulla rielaborazione e sul miglioramento del percorso da offrire agli studenti per il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Francesco Stati (CDD magistrale): 

Ho deciso di candidarmi, in primo luogo, perché da studente che sta frequentando un’Università privata dopo essere stato per tre anni in una pubblica posso avere una visione d’insieme più ampia rispetto a chi ha frequentato solamente la LUISS, una visione alternativa. Secondariamente, anche perché ritengo che il ruolo di rappresentante degli studenti sia un onore e un onere, inteso in senso positivo: si deve essere sempre presenti dentro e fuori la facoltà, sempre connessi. È un’attitudine che sento di possedere, per questo ho deciso di candidarmi.

Perché gli studenti del tuo dipartimento dovrebbero votarti?

Umberto Scifoni (CDD triennale): 

Anzitutto per l’esperienza, perché sono al secondo anno e ho potuto conoscere con maggiore profondità gli aspetti della facoltà, le risorse che ci sono all’interno e il modo attraverso il quale è possibile risolvere le problematiche che, in un anno e mezzo, ho potuto riscontrare. C’è poi, a mio parere, il mio programma, che sembra contenere piccole proposte, ma che nell’insieme formano tutte le nuove necessità che possono coinvolgere gli studenti di scienze politiche.

Niccolò Muncibì (CDD triennale): 

Innanzitutto per le mie proposte, perché ho fatto proposte che gli altri candidati non hanno avanzato (cito, tanto per citarne una, la proposta sul miglioramento del servizio navette). Credo di essere la persona più adatta a questo ruolo: perché sono sempre pronto a ricevere e ad ascoltare le critiche, a uniformarmi al pensiero maggioritario degli altri; perché dal mio punto di vista ci so fare e so di poter essere un bravo rappresentante.

Silvio Ghidini (CDD triennale): 

Prima di tutto, perché scegliendo me scelgono loro. Nella campagna elettorale non parliamo mai al singolare, ma sempre al plurale. L’ascolto è una componente fondamentale del nostro lavoro: abbiamo fatto girare un form di Google per chiedere agli studenti gli aspetti del nostro Ateneo e i punti del nostro programma che li soddisfacevano di più e quelli che, invece, li soddisfacevano meno. Quindi, i punti che abbiamo nel programma sono dovuti sia a idee mie che a idee degli altri studenti: vogliamo portare nell’Università qualcosa di nuovo.

Marco Guarino (CDD magistrale): 

Premesso che la campagna si sta svolgendo in maniera piuttosto corretta e pacifica, credo che, a differenza di altri candidati, io ho vissuto quest’Università per più tempo; sono qui dal 2013 e ormai so come muovermi per poter attuare le proposte che ho inserito nel mio programma. Poi io sono una persona che sa valorizzare il lavoro di squadra, cerco sempre di sentire i pareri altrui e di ascoltare le proposte degli altri, tanto che il programma è composto dalle proposte che mi sono arrivate soprattutto dagli altri studenti. Cercherò di essere un rappresentante degli studenti, ma, soprattutto, uno “studente tra gli studenti”.

Cristiana Di Tommaso (CDD magistrale): 

Penso di essere una persona abbastanza tenace, in grado di far valere le ragioni proprie e, soprattutto, quelle degli altri studenti, che appunto avanzano quotidianamente richieste che troppo spesso rimangono inascoltate. Spero (e sono convinta) di poter essere davvero il ponte tra gli studenti e i vertici. Ovviamente, uno studente dovrebbe votarmi solamente qualora veda effettivamente in me una persona in grado di interagire con le persone che sono ai vertici dell’ateneo; solamente se si fidi veramente di me e senta di poter sempre fare affidamento su di me e sul mio ruolo. Ma io sono qui per garantire agli studenti che sono una persona sulla quale potranno contare: sono pronta a spendere le mie energie e il mio tempo per il ruolo che spero mi verrà affidato.

Francesco Stati (CDD magistrale): 

Il mio obiettivo non è essere votato perché sono simpatico oppure sono tuo amico. Voglio che il voto giunga da chi condivide il mio programma, nel quale porto avanti non solo le mie idee, ma anche quelle di tutti gli studenti che in queste settimane ho ascoltato nel nostro Dipartimento. Sostanzialmente, credo di meritare il voto perché il mio è un programma “condiviso”.

Qual è la prima cosa che faresti se venissi eletto come rappresentante?

Umberto Scifoni (CDD triennale):

Ti dirò, io vorrei cominciare sin da subito a portare avanti tutte le mie iniziative, perché penso che ognuna abbia il suo valore. Ovviamente è fondamentale la questione dell’internazionalizzazione, quindi spingerò sin da subito affinché siano aumentati i posti erasmus; però un aspetto che per me è particolarmente importante è quello dell’ambito lavorativo. Dobbiamo migliorare il Career Day delle Organizzazioni internazionali, per fare in modo che sia davvero possibile iniziare un tirocinio grazie a questo evento, ponendo fine alla situazione che abbiamo visto di quegli stand di organizzazioni che arrivano, si presentano e non offrono però alcuna possibilità agli studenti, specialmente della triennale. Vorrei poi creare un Career day per i media, la comunicazione e le istituzioni pubbliche, perché c’è un settore che tocca gli studenti che non voglio fare relazioni internazionali e che è costituito proprio da questi ambiti lavorativi.

Niccolò Muncibì (CDD triennale): 

Migliorare l’applicazione della LUISS. Non è possibile che paghiamo una retta di 9000 € e non avere l’orario dei corsi di lingua o non poter essere avvisati in tempo dello spostamento delle lezioni.

Silvio Ghidini (CDD triennale): 

Come Silvio studente, ringrazierei di cuore tutti i membri del mio staff e tutte le persone che stanno sostenendo la mia candidatura. Come rappresentante, inizierei subito a lavorare. Il punto del programma cui mi sento di dare la priorità è quello che abbiamo chiamato nel programma “LUISS Project”, un ideale concorso in cui i ragazzi presentano un progetto, che può diventare realtà nel semestre successivo, con un budget stanziato ad hoc.

Marco Guarino (CDD magistrale): 

Anzitutto c’è la proposta relativa all’internazionalizzazione, ma non è l’unico punto su cui mi concentrerò sin da subito. Se dovessi insediarmi, mi concentrerei sin da subito anche sugli aspetti amministrativi, soprattutto cercherò di studiare insieme agli uffici amministrativi un modo per organizzare le lezioni e i relativi orari in modo il più congeniale possibile alle esigenze di noi studenti.

Cristiana Di Tommaso (CDD magistrale): 

Bisogna distinguere. Come Cristiana di Tommaso che non ha ancora realizzato di essere stata eletta, la prima cosa che farei è ringraziare tutti gli amici che mi hanno sostenuto: c’è gente che si sta dedicando 24/7 alla mia campagna e ho capito di essere circondata da persone che non solo si prodigano materialmente per la campagna, ma si dimostrano sempre presenti anche per sostenermi moralmente in questo percorso. È una cosa bellissima e mi ha fatto capire l’importanza dei legami che ho stretto in quest’anno e mezzo.

Come Cristiana di Tommaso rappresentante, sicuramente farò il giro delle classi per presentarmi agli studenti e ringraziarli per essere andati a votare e per avermi dato la loro fiducia. Dopodiché andrò a raccogliere le loro idee. Ho realizzato un programma proprio sulla base dei consigli degli studenti e ho intenzione di continuare su questa strada, sondando le esigenze e le idee degli studenti sia del primo che del secondo anno.

Francesco Stati (CDD magistrale): 

Come rappresentante, per prima cosa andrei a parlare con tutti gli studenti del Dipartimento, presentandomi, comunicando i miei contatti e offrendo tutta la mia disponibilità. Andrei, poi, a cercare la collaborazione dei miei “competitor”, perché le loro capacità non potrebbero che aiutare me e tutti gli studenti a realizzare più facilmente gli obiettivi del nostro programma, a mantenere i contatti con tutte le aree del dipartimento e a coinvolgere tutte quelle persone che, magari, non vedo tutti i giorni. Inizierei, infine, sin da subito la “tournee” dei vari uffici amministrativi, che dovrei visitare, se vincessi, durante il mio mandato.

Ringraziamo i candidati per la loro disponibilità ed auguriamo loro in bocca al lupo!

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Interviste ai candidati per il CDD di giurisprudenza http://www.360giornaleluiss.it/interviste-ai-candidati-cdd-giurisprudenza/ Fri, 07 Apr 2017 17:39:32 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8491 Noi di 360°, in collaborazione con The Insider Journal, abbiamo intervistato, in data 06/04/2017, i candidati al Consiglio di Dipartimento di giurisprudenza. Questo è ciò che ci hanno raccontato.   Perché hai deciso di candidarti? Raffaele Russo (Spazio Università): Studio al quinto anno di giurisprudenza e ho deciso di candidarmi perché, in questi quattro anni

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Noi di 360°, in collaborazione con The Insider Journal, abbiamo intervistato, in data 06/04/2017, i candidati al Consiglio di Dipartimento di giurisprudenza. Questo è ciò che ci hanno raccontato.  

Perché hai deciso di candidarti?

Raffaele Russo (Spazio Università): Studio al quinto anno di giurisprudenza e ho deciso di candidarmi perché, in questi quattro anni e mezzo, ho accumulato delle esperienze, relative non solo alla frequentazione dei corsi e al sostenimento degli esami, ma sono stato anche molto attivo anche dal punto di vista extra-curriculare. Ad esempio, sono stato presidente di un’associazione universitaria (EOS n.d.r). Credo quindi di potermi mettere in gioco. Quello che mi prefiggo io è di lavorare in continuità con l’operato dei rappresentanti uscenti Raffaele Giannone e Piervincenzo Lapenna (CDD giurisprudenza e CDA n.d.r). Di conseguenza, avendo negli ultimi due anni seguito i progetti da queste due persone che, prima di essere rappresentanti, sono miei amici, credo di essere la persona giusta per portarli a termine.

Antonio Di Ciommo (Spazio Università): Una candidatura innanzitutto non è qualcosa per cui lavori. È una cosa per cui gli altri pensano che tu sia adatto e che puoi, o meno, accettare. Penso di essere adatto come rappresentante, ma questo verrà giudicato dagli elettori. Penso di essere adatto perché credo che l’università non è solo carriera accademica, ma anche altre attività. Attività in senso generico, spendersi per qualcosa e soprattutto per gli altri. Certamente non intendo un’opera di carità, ma semplicemente mettersi a disposizione degli altri senza tornaconto personale e far passare una visione, la propria, che spero verrà condivisa per il dipartimento di giurisprudenza della LUISS.

Felice Iozzo (Spazio Università): Io ho deciso di candidarmi principalmente perché, dal mio primo giorno di università, mi sono sentito parte di un progetto, di qualcosa di veramente unico. Quindi ho sempre deciso di impegnarmi in questa università e credo che la mia candidatura rappresenti il coronamento di questo percorso.

Vincenzo Lanzetta (Spazio Università): Adoro le sfide, mi piace mettermi in gioco e credo nel progetto di Spazio Università. Ho deciso di candidarmi perché credo nel progressivo miglioramento di questa università e del dipartimento di giurisprudenza. Sono convinto che insieme possiamo crescere e migliorare questo Ateneo, sulla scia dell’operato dei rappresentanti uscenti Raffaele Giannone e Piervincenzo Lapenna.

Francesco Caroselli (Spazio Università): Ho deciso di candidarmi perché sono arrivato in questa università già grande a 26 anni e quindi con una maggiore consapevolezza rispetto a quella che avrei avuto se mi fossi iscritto prima a 18 o 19 anni. Ho deciso di candidarmi perché ho notato alcune carenze in questo Ateneo e nel nostro dipartimento che mi hanno portato, a volte, ad avere un’esperienza un po’ troppo macchinosa o complicata, dal punto di vista dell’informazione sull’offerta formativa. Io credo molto nella persona singola e nel suo sviluppo a 360 gradi e quindi penso che con la mia esperienza di vita posso portare dei miglioramenti alle esperienze di vita degli altri studenti.

Raffaele Panetta (Spazio Università): Come molti sanno, sono una matricola ed una candidatura al primo anno non è certo facile da affrontare, tuttavia ritengo che sia un ottimo metodo sia per confrontarsi con i più grandi, sia per ascoltare i miei colleghi ed offrire loro delle soluzioni alle loro problematiche che magari possono essere estranee ai ragazzi più grandi.

Iacopo Cainero (Uni-Lab): Ho deciso di candidarmi perché credo che ci sia la necessità di dare voce anche a quegli studenti che non fanno parte di grandi associazioni (Iacopo Cainero è ex-presidente di Studenti Democratici n.d.r).

Laura Cosco (Uni-Lab): Ho deciso di candidarmi perché, essendo iscritta al quinto anno, conosco abbastanza bene quelli che sono i problemi del nostro Ateneo e del nostro dipartimento. Sono iscritta dal mio primo anno ad All-Around e quindi ho avuto la possibilità di partecipare ed organizzare tantissimi eventi e tantissime iniziative qui in Università. Sono sempre stata disponibile con le matricole e con i ragazzi più grandi, quindi sono pronta a soddisfare quelli che sono i bisogni e le necessità degli studenti.

Maria Teresa Ciarletta (Uni-Lab): Stando in Università sempre a contatto con i miei colleghi di tutti gli anni, ho sempre sentito le medesime problematiche che ho riscontrato anch’io, in questi anni, nel nostro dipartimento. Per questo ho deciso di mettermi in gioco e provare a dare soddisfare le esigenze mie e dei miei colleghi e quindi combattere in prima linea per provare a migliorare il nostro Ateneo.

Antonio Mancino (Uni-Lab): Sono sempre stato invogliato in questo genere di cose, ad esempio sono stato rappresentante al liceo. Ho avuto la possibilità grazie alla mia associazione (All-Around n.d.r) di potermi candidare e quindi mi sono candidato anche per far sentire maggiormente la voce dei più piccoli (Mancino è iscritto al secondo anno n.d.r).

Alessandro D’Amelio (Uni-Lab): Ho deciso di candidarmi perché sono uno studente che è sempre stato molto presente in questi anni e penso di poter contribuire molto alla mia Università. Inoltre, essendo stato il primo semestre di quest’anno in Erasmus (U.S.A n.d.r), ho sperimentato anche una realtà molto diversa dalla mia, come quella delle università anglosassoni. Per questo penso di poter portare un po’ di quella realtà anche qui in LUISS.

Federico Vinaccia (Uni-Lab): La mia candidatura deriva da un forte desiderio di voler rappresentare la nuova generazione di matricole di quest’anno e soprattutto per risolvere le nostre problematiche qui nel dipartimento di giurisprudenza.

Perché gli studenti di giurisprudenza dovrebbero votarti?

Russo: La gente dovrebbe votare per me perché è il mio è un nome che si inserisce in un progetto che non è nato venti giorni fa, ma anni fa. È un progetto che ha, come parola chiave: “Continuità”. Continuità dei progetti che sono stati portati avanti dai passati rappresentanti e quindi realizzabili nel breve termine. Io sono al quinto anno, ma posso impegnarmi per realizzarli perché mi mancano ancora cinque esami e una tesi da zero, quindi la mia laurea è tutt’altro che vicina. E, in ogni caso, quando mi laureerò, sono certo che qualunque mio successore sarà degnamente in grado di portare avanti questi progetti, se dovessi essere eletto io.

Di Ciommo: Mi è difficile rispondere ad una domanda del genere perché non credo di essere il classico candidato che va chiedere il voto. Io ritengo che il voto sia una questione di fiducia. Devo essere votato da chi si fida di me. Ritengo però di essere una persona che conoscere bene le esigenze degli studenti, essendolo io a mia volta e molto presente in università. So quello che voglio e, se è quello che vogliono anche gli altri, non vedo perché non dovrebbero votarmi.

Iozzo: Ritengo che ciò che più mi contraddistingue, a prescindere dalla mia candidatura, sia l’entusiasmo e la più grande soddisfazione che ho avuto durante la campagna elettorale è vedere gente che, pur non conoscendomi bene, ha deciso di sostenermi e darmi una mano. Questo mio entusiasmo verrebbe portato anche nel ruolo da rappresentante, qualora venissi eletto. Per il resto, credo di essere molto più autoironico che autoreferenziale, quindi avrei difficoltà nel dire quali altre mie qualità dovrebbero convincere gli elettori a votarmi. Sicuramente credo di essere sincero e trasparente e queste due qualità indubbiamente contraddistinguerebbero la mia candidatura.

Lanzetta: Votarmi significa votare una persona disposta ad ascoltare le proposte di tutti gli studenti ed aperto anche a collaborare con tutti gli studenti al fine della realizzazione di un obiettivo comune, che è quello di migliorare il nostro Ateneo e il nostro dipartimento costantemente ogni giorno.

Caroselli: Io sono una persona abbastanza riflessiva. Prima di prendere una decisione tento sempre di ascoltare le necessità dell’ambiente che ho intorno. Onestamente credo di essere una persona che ha esperienza, infatti ho già avuto esperienze simili. Inoltre, data la mia età, credo di essere la persona che può avere più esperienza per rapportarsi con le più alte cariche della nostra università.

Panetta: Dovrebbero votarmi per avere delle soluzioni a dei problemi che riguardano non solo le matricole, ma anche gli studenti più grandi.

Cainero: Dovrebbero votarmi se mi riconoscono la passione che credo di mettere in quello che faccio e le competenze che ho accresciuto sia nel mio percorso di studi, sia nel mio impegno precedente come rappresentante degli studenti nel mio liceo. Dovrebbero votarmi se sono stati convinti dalle capacità di ascolto che credo di dimostrare ogni giorno. Devono votarmi se li ho convinti.

Cosco: Perché insieme ai miei colleghi di lista abbiamo effettuato un programma che aiuta gli studenti. Dovrebbero votare me, nello specifico, per via della mia esperienza in questo dipartimento.

Ciarletta: Perché sono una ragazza che sta sempre in Università e credo di non essere una persona introversa, quindi chiunque si avvicinasse a farmi una domanda troverebbe una persona disponibile ed aperta al dialogo e al confronto. Penso quindi che potrei rappresentare bene ed esporre le esigenze mie e dei miei colleghi a chi di dovere per risolverle.

Mancino: Dovrebbero votarmi per le mie idee e per le idee della mia lista che abbiamo supportato tutti insieme. Spero che chi mi voterà lo faccia per i motivi che porto avanti.

D’Amelio: Una persona dovrebbe votarmi perché la mia campagna è incentrata sulla mia competenza. Sono una persona che ha vissuto qui tutti i problemi di questa Università e può ben rappresentarli a nome di tutti gli studenti.

Vinaccia: Votarmi significa votare una persona che manifesta la sua completa disponibilità nell’ascoltare problemi ed esigenze di tutti i miei colleghi. Votarmi significa anche dare fiducia ad una persona che ha già avuto esperienze simili, sono stato rappresentante d’istituto, e che può quindi ben rapportarsi con chi di dovere.

Qual è la prima cosa che faresti se venissi eletto come rappresentante?

Russo: La prima cosa che farei sarebbe impegnarmi per l’anticipo della pratica forense, dato che la convenzione è stata già firmata e serve solo la ratifica. Mi impegnerò quindi affinché questa ratifica possa essere posta in essere nel minor tempo possibile. Questo serve per far sì che i nostri colleghi siano avvantaggiati di sei mesi rispetto ai colleghi delle altre università.

Di Ciommo: Distinguiamo due gradazioni: semplice e complessa. La prima cosa semplice che farei è quella della modernizzazione del sistema di illuminazione nelle aule e dei proiettori, poiché, almeno a me, danno fastidio e penso diano fastidio anche agli altri studenti. La prima cosa complessa invece riguarderebbe gli appelli. Va regolamentata la scelta delle date di esame seguendo puntando ad una maggiore distanza possibile tra esami diversi dello stesso semestre e le date degli appelli si devono sapere già all’inizio del semestre.

Iozzo: Innanzitutto ringrazierò tutti coloro che mi hanno dato fiducia, poi ritengo che sia fondamentale modificare i corsi di inglese, ossia creare dei corsi che rilascino certificazioni riconosciute anche fuori dal nostro Ateneo. Questo però è un obiettivo più di lungo periodo, quindi, nel breve termine, ritengo fondamentale ampliare le aree dedicate allo studio.

Lanzetta: Il primo passo che mi sono prefissato è quello dell’ampliamento delle aree studio di giurisprudenza perché attualmente sono inadeguate. Questo si può fare eliminando l’aula 10 come aula per le lezioni. L’aula 10 infatti non è adatta, per la sua struttura, per far agevolmente seguire una lezione ad uno studente e potrebbe quindi essere riconvertita come aula studio.

Caroselli: Se io venissi eletto, mi muoverei sicuramente per far ratificare la convenzione per l’anticipo della pratica forense perché penso che quello sia uno degli obiettivi più grandi che siamo riusciti a porre in essere grazie a Piervincenzo Lapenna e Raffaele Giannone. Inoltre, inizierei a predisporre dei centri di sviluppo per la persona dal punto di vista artistico e umanistico perché abbiamo tantissimi talenti interni all’università che, secondo me, debbono svilupparsi insieme al lato professionale perché non è detto che le nostre competenze professionali non possano essere utilizzate, in futuro, per le nostre passioni.

Panetta: Senza dubbio, mi impegnerei affinché i corsi d’inglese interni alla LUISS ottengano una valenza certificata anche all’esterno del nostro Ateneo. Ciò potrebbe essere utile, per uno studente di giurisprudenza, per l’ammissione ad un importante studio internazionale, ad esempio.

Cainero: Se vengo eletto, la prima cosa che faccio è tornare a casa per godermi le vacanze di Pasqua. La prima cosa che farò invece da rappresentante è dare attuazione al programma di lista che abbiamo scritto con gli altri candidati della mia lista con la consapevolezza che quel programma può essere attuato in un tempo abbastanza breve. Inoltre mi impegnerò per dare più voce possibile a tutti gli studenti e alle loro proposte e problematiche.

Cosco: Mi premerebbe innanzitutto risolvere il problema delle aule studio. Inoltre sono partita in Erasmus un anno fa (in Polonia n.d.r) e quindi conosco bene anche i problemi relativi ai posti per il bando Erasmus e premerei per far diventare la nostra Università ancora più internazionale. Per quanto riguarda poi le altre problematiche che mi stanno a cuore, vediamo l’anticipo della pratica forense, che è qualcosa di possibile, e anche, relativamente alla tesi, premere affinché sia effettivamente possibile ottenere i sette punti di massimo dovuti alla tesi di particolar pregio e affinché sia ripristinato il termine per la richiesta della tesi a tre mesi anziché a cinque, com’è oggi. Inoltre oggi è necessario consegnare la tesi un mese e mezzo o due prima della seduta di laurea e non mi sembra utile per il laureando.

Ciarletta: Come prima cosa, farei pressioni per l’efficientamento delle aule informatiche, infatti frequentemente non si riesce a stampare o non si accendono i computer. Nella pratica, si potrebbe innanzitutto aggiungere un’altra stampante. Le aree per lo studio devono essere ampliate in ogni maniera possibile perché adesso non sono sufficienti. Inoltre, spero di trovare una soluzione al problema delle date degli esami. Una soluzione che ci permetta di arrivare a settembre con la tranquillità di poter dare due esami nella sessione autunnale.

Mancino: La prima cosa che vorrei fare è andare immediatamente dalle più alte cariche della LUISS per cominciare ad instaurare un dialogo per poi effettivamente portare a termine gli obiettivi che ci siamo dati all’interno della lista.

D’Amelio: Una cosa in particolare che vorrei fare è parlare con i precedenti rappresentanti per capire quali progetti da loro avviati possono essere portati avanti. Per quanto riguarda il mio programma, tengo molto al problema degli appelli perché, soprattutto nel nostro dipartimento, avendo una mole di studio molto pesante, abbiamo bisogno di una pianificazione più efficiente di questi. Farò inoltre pressioni per aggiungere un secondo appello a settembre o permettere l’accesso all’appello di ottobre non solo ai laureandi e mi batterò per evitare la riduzione degli appelli a giurisprudenza, come invece è successo al DIM.

Vinaccia: Mi voglio impegnare soprattutto per quanto riguarda il problema delle aule studio, che è un problema che abbiamo tutti. Voglio poi continuare ad ascoltare tutti i miei elettori per continui suggerimenti e proposte per migliorare il nostro dipartimento.

Ringraziamo la disponibilità dei candidati e auguriamo loro in bocca al lupo per queste elezioni!

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Idee e programmi dei candidati ai CDD, triennali e magistrali, di DIM e DEF http://www.360giornaleluiss.it/idee-programmi-di-candidatii-cdd-triennali-magistrali-dim-def/ Fri, 07 Apr 2017 10:03:00 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8471 In collaborazione con The Insider Journal, il 5 e il 6 aprile abbiamo intervistato i candidati – dei corsi di laurea triennale e magistrale – dei dipartimenti di Impresa e Management (DIM) e di Economia e Finanza (DEF), che concorrono alla carica di rappresentante degli studenti presso il consiglio di dipartimento (CDD). I candidati intervistati

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In collaborazione con The Insider Journal, il 5 e il 6 aprile abbiamo intervistato i candidati – dei corsi di laurea triennale e magistrale – dei dipartimenti di Impresa e Management (DIM) e di Economia e Finanza (DEF), che concorrono alla carica di rappresentante degli studenti presso il consiglio di dipartimento (CDD). I candidati intervistati sono: per il DIM triennale Alessio Tessitore, Giuseppe Caminiti, Francesco Cocozza, candidati con la lista “Spazio Economia”, mentre Francesco Pio Gennari, Pietro Raucci e Francesco Fausto Perillo con la lista “Economia Insieme DIM”; per il DIM magistrale Claudia Perillo con “Economia insieme Mg”, e Miranda Tricarico con “Uni-Lab”; per il DEF triennale Benedetta De Maio, Antonio Manganelli e Federico Cafarella, tutti candidati con “Economia insieme DEF”; per il DEF magistrale Michele Carraturo candidato con “Spazio Finance Lab”. A tutti loro abbiamo fatto le seguenti domande:

  1. Perché hai deciso di candidarti?

Tessitore: perché la mia candidatura nasce da un progetto comune, creato da un anno a questa parte assieme al mio gruppo (Ares, ndr), perché penso di poter rappresentare al meglio gli studenti del mio dipartimento e portare avanti i loro interessi. Inoltre, credo molto nel valore della rappresentanza, in quello che faccio e so di poter essere adatto a rappresentare gli studenti Dim.

Caminiti: ho deciso di candidarmi per cercare di portare le mie idee al servizio degli studenti e anche la mia umile esperienza come rappresentante d’istituto, in quanto lo sono stato per tre anni nel mio liceo. Credo, quindi, di avere una discreta esperienza nel sapermi rapportare con la gente e fare da mediatore tra gli uffici e il volere degli studenti.

Cocozza: ho deciso di candidarmi perché credo nel potenziale della nostra università, e soprattutto in quella di noi studenti. Vedo un’università dinamica, molto all’avanguardia che, però, molto spesso si dimentica della componente studentesca e non le permette di esprimersi come dovrebbe. La mia candidatura è frutto di questa volontà, cioè di cercare di riportare gli studenti al centro del progetto e garantire una maggiore efficienza, nonché una maggiore libertà espressiva.

Gennari: ho deciso di candidarmi perché penso che all’interno di una comunità ci si debba dare degli obiettivi, che i ragazzi debbano contribuire al miglioramento di questa comunità e rimboccarsi le maniche affinché si conservino i risultati che si sono avuti in questi anni, ma anche raggiungerne degli altri. Io mi candido perché sin da piccolo ho avuto una passione per la rappresentanza, perché penso che per un ruolo del genere ci sia bisogno di esperienza e di qualcuno che sappia parlare ai dirigenti, agli amministratori, a chi realmente può cambiare questa università.

Raucci: ho deciso di candidarmi perché forse, a differenza di altre persone che si candidano per acquisire notorietà, ho sempre creduto che gli studenti hanno bisogno di qualcosa in più e ho deciso di intraprendere questa avventura praticamente contro tutti, perché sono un sognatore che crede in ideali che ormai non esistono più. Credo che ogni voto debba essere conquistato attraverso la fiducia di ogni singolo elettore. Io cerco di vedere le persone come tali e non come voti. Questa è una cosa importante che a mio avviso fa la differenza e spero la faccia il 10 e l’11 aprile.

Perillo Francesco: ho deciso di candidarmi, innanzitutto, perché mi sento all’altezza e voglio intraprendere un progetto da matricola insieme con le matricole, e perché sono spinto da una voglia di altruismo, che credo sia una delle caratteristiche principali della mia personalità. Dunque, voglio creare qualcosa che sia duraturo nel tempo e non fine a se stesso.

Perillo Claudia: ho deciso di candidarmi perché, nel momento in cui sono entrata in questa università, ho trovato una seconda casa e una seconda famiglia che mi sono scelta, quindi ho scelto i miei amici che sono diventati la mia seconda famiglia. Con queste persone sono riuscita a crescere tantissimo, mi hanno dato tantissimo e per me è arrivato il momento di dare qualcosa in cambio. L’ho fatto sicuramente per dare un contributo, creare valore, senso d’appartenenza, perché mi sento uno studente Luiss e soprattutto perché credo in un progetto che non si ferma il 10 e l’11 aprile. Un progetto che noi adesso speriamo abbia un orizzonte di almeno quattro anni, cioè di un’”economia insieme”, da questo viene il nome della lista, in cui appunto i dipartimenti DIM e DEF si compattino e si consolidino per creare delle attività in sinergia al fine di creare valore insieme per gli studenti.

Tricarico: al principio di quest’anno ho ricevuto un’investitura preziosa di incoraggiamento da parte di una comunità di studenti che ha individuato in me un’interlocutrice capace, accorta, leale. In questo senso la mia stessa candidatura non si esaurisce in una preferenza individuale, ma presuppone un mandato collettivo. Presuppone la spinta, la motivazione, che quotidianamente accolgo dai miei colleghi.

De Maio: ho deciso di candidarmi perché volevo mettermi in gioco in un’università che mi ha dato tanto in questi due anni, che va sempre migliorata e deve sempre continuare a crescere. Quando mi è stata proposta questa sfida ho accettato immediatamente, perché ho pensato che potevo fare del bene e potevo dare qualcosa in cambio per ciò che mi è stato offerto qui.

Manganelli: ho deciso di candidarmi perché, innanzitutto, sono sempre stato in associazioni studentesche, prima con Ares e ora con Luiss Finance Lab. In più, ho sempre dato una mano ad organizzare eventi inerenti alla finanza che è la mia più grande passione. Penso che queste due doti mi potranno sicuramente aiutare nel mio futuro incarico come rappresentante del DEF.

Cafarella: ho deciso di candidarmi perché, fin dal primo momento, ho capito che il nostro dipartimento presenta diverse problematiche. Per questa ragione ho pensato che candidarmi sarebbe stata la scelta giusta.

Carraturo: fondamentalmente la mia scelta è dovuta a due ragioni: la prima è che sono al secondo anno di “Finance”: in questi due anni quello che ho subito, la delusione e le opportunità che sento di aver perso sono state tante. Quello che vorrei, attraverso la mia candidatura, è permettere agli studenti che verranno in futuro di non subire quello che ho già subito e di fornire loro un effettivo cambiamento. La seconda motivazione è relativa alla valenza della laurea, che sarà in economia e finanza, ma ci sarà sempre il nome del dipartimento. Se il dipartimento continua su questa strada, soprattutto con la nascita del nuovo dipartimento di Corporate Finance, non riesco a prevedere quale valenza potrà avere il nostro titolo di studio. L’idea è quella di favorire un cambio di rotta del dipartimento, in modo tale che la nostra laurea tra qualche anno possa ancora valere seriamente.

2. Perché dovrebbero votare per te?

Tessitore: perché ho un programma sull’equità, sulla chiarezza e sulla sincerità. Innanzitutto vorrei partire dal concetto di equità. Questa va garantita sia per quanto riguarda gli esoneri, perché ho notato che ci sono diverse tipologie di esonero a seconda del canale. È importante garantire esoneri che valgano il 50% della prova finale, per tutti i canali e tutte le materie. Poi, la chiarezza. Io voglio esporre soltanto idee chiare, sintetiche e che arrivino direttamente agli studenti in maniera tale da risultare diretto e ad evitare di “vendere favole”. La sincerità è sempre stata uno dei miei punti forti: cerco di parlare ogni giorno con gli studenti ed esporre loro il mio programma in modo che sia chiaro e che tutti insieme possiamo creare qualcosa di importante. Inoltre, vorrei incentrare il mio programma sui corsi di lingua, in particolare quello di inglese. Abbiamo dei corsi che non sempre sono valutati positivamente dagli studenti. Secondo me sarebbe importante rendere la Luiss una sede IELTS. Facendo ciò gli studenti possono avere degli attestati riconosciuti e, qualora vogliano andare all’estero dopo la triennale, studiare nelle migliori università europee.

Caminiti: credo che ci siano svariati argomenti. Molti pensano che, siccome sono del primo anno, abbia sbagliato a candidarmi, perché potrei avere meno esperienza all’interno di questa università. In realtà questo può essere solo un punto a mio favore perché, siccome il mandato dura due anni, è meglio che salga un ragazzo del primo anno che possa portarlo a compimento. Il primo punto saliente del mio programma è che non bisogna fare confusione, perché altri candidati stanno riproponendo di passare come l’anno scorso dai due ai tre appelli e questa cosa non si può fare, perché la Luiss è entrata nel progetto Equis e, per entrare al suo interno deve rimanere a due appelli. Questi non si possono creare e c’è anzi il rischio di passare ad un solo appello e ciò non lo possiamo davvero permettere. Esistono comunque vie alternative per sopperire a questa mancanza e si dovrebbe mettere obbligatoriamente, per regolamento di dipartimento, che i professori siano tenuti a inserire delle prove intermedie che esonerino da una parte del programma e possano facilitare lo studio di tutti noi.

Cocozza: innanzitutto ci tengo a precisare che, fin dal primo anno, mi sono subito speso in qualità di referente del mio canale a favore di tutti i miei colleghi di triennale. Sono già andato a parlare più volte con Marengo (il direttore di dipartimento Dim, ndr), discutendo della questione di statistica, famosissima per il secondo anno, e di quella degli esoneri non obbligatori. Di conseguenza, ho già dimostrato la mia serietà e il mio impegno verso l’università. Il mio programma è composto da sette punti e si articola in quattro fondamentali. Innanzitutto, il placement triennale (ovvero le opportunità lavorative devono essere rivolte a tutti, anche agli studenti del primo e secondo anno della triennale). Tutti dobbiamo avere l’opportunità di fare attività pratica, imparare il nostro mestiere e non relegare gli insegnamenti all’unico ambito teorico. Secondo, le certificazioni in inglese. I corsi d’inglese ora come ora sono inutili e dobbiamo puntare a certificati spendibili. In questi corsi dobbiamo puntare anche a imparare maggiormente concetti riguardanti l’economia. Un altro elemento fondamentale è la questione esoneri, che ha flagellato la nostra triennale. Hanno eliminato un appello senza inserire gli esoneri obbligatori e ciò è assurdo. Dobbiamo puntare ad esoneri regolamentati, da comunicare all’inizio, non accavallati tra loro e che siano fondamentali per tagliare una parte del programma in modo che lo studente possa arrivare ai due appelli finali consapevole di avere soltanto un 50% di programma da fornire in sede d’esame. Un altro elemento fondamentale è il GMAT, certificazione fondamentale per tutti gli studenti che vogliano acquisire successivamente altre esperienze a livello internazionale sia nelle imprese che nell’università. L’università Luiss dà la possibilità di frequentare un corso di preparazione che però è molto ristretto e al quale accedono pochissimi ragazzi. Dobbiamo estendere il GMAT a quasi tutti i richiedenti. Un’altra questione è quella dei referenti di canale: ora come ora il rappresentante del DIM si trova a dover combattere le sue battaglie, portate avanti da duemila studenti, da solo e senza alcun aiuto logistico o di gestione. Con i referenti di canale ufficiali potremmo finalmente riuscire a eliminare questo elemento e raggiungere quell’efficienza che serve ad affrontare la carriera universitaria con serietà e serenità. Un altro elemento è quello delle aule di informatica. Non è possibile siano chiuse per molte ore a settimana dai corsi di lingua, che le password cambino costantemente e ci siano le file alle stampanti. Per questo propongo delle stampanti fuori dalle aule studio alle quali si possa accedere a queste attraverso l’app Luiss, il bluetooth o il wi-fi. Per concludere, vorrei riqualificare una delle aule piccole dell’università per trasformarla in un’aula informatica aggiuntiva ed estendere gli spazi per gli studenti affinché possano prepararsi adeguatamente agli esami. Poi, l’Aula Chiesa deve essere ristrutturata e adibita interamente ad aula studio. Il “temporary space”, invece, deve essere raso al suolo come era in previsione e costruita un’aula studio che sia disponibile a tutti gli studenti.

Gennari: i punti del mio programma sono molto concreti e realizzabili. Propongo l’introduzione dell’esonero obbligatorio per i professori; un programma di “green mobility”, con il potenziamento del parco auto e delle biciclette elettriche e l’estensione di questi servizi alle residenze universitarie; l’istituzione di corsi di lingua con attestati riconosciuti a livello internazionale; l’inserimento all’interno delle attività facoltative del secondo e terzo anno, di concerto anche con il candidato al Csu, dell’attività sportiva non agonistica, anche perché in una società così internazionalizzata spesso all’interno delle multinazionali per creare un team si fanno delle gare, dei giochi di squadra, perché il valore dello sport è anche formativo. Un altro problema fondamentale che tutti noi conosciamo è quello delle aule studio. La soluzione, per me, consiste nel razionalizzare gli spazi: bisogna agire sulla causa del problema, cioè i pochi spazi all’interno dell’università. Dato che siamo un’università che vuole competere a livello internazionale bisogna puntare su nuove conoscenze informatiche, prevedendo quindi corsi di informatica avanzata per lo sviluppo di applicazioni e siti web, l’automazione. Una misura sociale importante all’interno di un’università privata è il canale di diritto: così i fratelli minori avranno la possibilità di scegliere di entrare nello stesso canale del fratello maggiore e non dovranno acquistare libri diversi; in questo modo si dà un aiuto alle famiglie e si evita loro uno spreco di denaro.

Raucci: cercherò di rappresentare al meglio gli studenti. Credo che il rappresentante debba fare da filo conduttore tra studenti e dipartimento, ma spesso avviene il contrario e questa cosa va cambiata. Il mio programma è abbastanza vasto e comprende molti punti concordati con gli studenti. Spesso si dimentica che il rappresentante, oltre a proporre, deve saper ascoltare. Ho ascoltato le varie problematiche che riguardano questa università. Tra queste è emerso il fatto che spesso ci sono programmi differenti tra canali, perciò cercheremo di equiparare i programmi di studio, al fine di creare una sorta di armonizzazione tra i canali stessi. Faremo sì che si venga a conoscenza della data d’esame già dal primo giorno di università, in modo da non cambiare in corso d’opera il piano di studio. Cercheremo di migliorare l’internazionalizzazione dell’università, perché funziona ma non benissimo, siamo indietro. Un punto che è estremamente importante riguarda la reintroduzione del terzo appello, che è stato abolito. Si vuol far passare tutto questo come coerente con i criteri della graduatoria Equis, invece basterebbe studiarli per renderci conto che così non è. Ci sono Paesi in cui è previsto forse un appello in meno, addirittura anche uno solo, però i programmi di studio sono molto più concentrati. Perciò direi di informarci sulle cose prima di parlare.

Perillo Francesco: la premessa è che, essendo del primo anno e, a differenza di altri candidati che frequentano il secondo, completerò il mandato e potrò focalizzarmi molto sui progetti quali, per la loro piena realizzabilità, ci vorrà un po’ più di tempo. Inoltre, nel mio programma non ci sono punti riguardanti esclusivamente le matricole, ma anzi sono presenti parti finalizzate a realizzare un’università a dimensione di studente e atte a migliorare le lacune presenti attualmente. I punti salienti del mio programma sono tre: il primo riguarda la riformulazione dei corsi d’inglese, con una formula simile a quella presente attualmente ad Harvard, con una prima parte riguardante la grammatica, la morfologia e la sintassi ed una seconda riguardante il business english. Questo perché molti degli studenti che frequenteranno in questa università la magistrale sceglieranno un percorso in inglese. Data la mia esperienza negativa con i corsi d’inglese, intendo migliorarli in modo da facilitare il percorso di studi per realizzare un’internazionalizzazione che già da anni si sta cercando di attuare. Un altro punto personalmente importante l’ho chiamato “Sport and Soul” perché voglio introdurre, oltre alle attività che l’università già offre, dei corsi che garantiscano dei crediti formativi riguardanti lo sport non agonistico e l’arte declinata come musica, teatro, arte figurativa, ecc. Un altro punto importante è l’alternanza università-lavoro e ritengo debba essere sottolineata, in questa chiave, la sinergia tra Confindustria e Luiss.

Perillo Claudia: copio una risposta che ha dato Davide, il ragazzo che ha fatto con me il rappresentante in triennale: “per fare il rappresentante non si nasce imparati”. Io so di avere una determinata esperienza, mi sono già relazionata con tutti gli uffici che si interfacciano con il nostro dipartimento, partendo dal capo di dipartimento alla segreteria, arrivando al Carrier Services, che per noi di economia ha un’importanza abbastanza rilevante. In primis, quindi, per l’esperienza che ho maturato; in secundis, per il fatto che ho dei progetti concreti. So cosa voglio fare all’interno di questa università, so che in questo momento ci sono degli elementi di difficoltà, quali gli esoneri, e ho immaginato una soluzione che può essere il regolamento unico che stiamo già scrivendo. Allora, perché votare me? Per l’esperienza, perché non esistono problemi, esistono solo soluzioni. Perché voglio trovare soluzioni insieme agli altri studenti, migliorare questo dipartimento e soprattutto perché credo che la cosa più importante sia lavorare insieme. Quindi, anche la capacità di ascoltare gli altri per riuscire a migliorare la situazione attuale e soprattutto rendere il nostro dipartimento veramente forte e per migliorare la nostra magistrale che ha un percorso glorioso davanti a sé. Nel mio programma propongo questo regolamento unico per le prove intermedie, perché in questo momento, con la riduzione degli appelli, che non è stata voluta dagli studenti ma dal dipartimento per varie ragioni, noi ci siamo ritrovati con un appello in meno e con delle prove intermedie che sono a discrezione del professore e molti non le fanno. Soprattutto, non sempre partecipano al voto finale. È necessario dire quali tipologie di prove intermedie esistono, in che modo vengono valutate e in che modo partecipano al voto finale. Molto spesso in magistrale non si ha lo stesso livello di approfondimento che si è avuto in triennale, anche se dovrebbe essere superiore. Per cui, questo è un altro punto di fondamentale importanza, mettendo i professori sotto esame e controllando, indagando su qual è l’effettivo valore dei loro insegnamenti. Un’altra cosa a cui tengo moltissimo è l’employability: noi studenti magistrali siamo alla fase finale del nostro percorso universitario e per noi è fondamentale iniziare a fare esperienza attraverso le company visit, andando a vedere le aziende, attraverso i business game, e implementando la struttura attuale che in questo semestre vede circa 10 aziende visitate dai ragazzi, implementando questa struttura e lavorando insieme a Confindustria, creando degli open day ad hoc per noi studenti. Poi anche con un sistema di orientamento post-laurea, agendo sulle school, tra cui la Business School, la School of Government e via di seguito, e migliorando anche un po’ la vita di tutti i giorni attraverso una più efficiente organizzazione dei piani orari e una facilitazione della ricerca dei posti per studiare e creando un’università a misura di studente, cioè che customizzi soluzioni per gli studenti. Ogni studente è particolare in sé: un “wonder student”, ha un suo elemento di particolarità. In questa università ci sono ragazzi incredibili ed è giusto che l’università risponda alle loro necessità.

Tricarico: in democrazia il rappresentante più abile è colui che appare più idoneo a restituire effettività agli interessi espressi dalla comunità. In questo senso può sembrare ingannevole la presunzione di programmi che si assomigliano fino a diventare prossimi. Infatti il mio stesso programma si modifica di giorno in giorno, per rivivere le necessità che esprimono gli studenti. Ciò che prima di tutto costituirà l’elemento di differenza non è che la mia stessa abilità di farmi portavoce delle urgenze dei miei colleghi.

De Maio: il mio obiettivo principale è quello di ingrandire un dipartimento che è molto importante, sebbene sia molto piccolo. Molto spesso noi veniamo messi nell’ombra e il mio obiettivo è fare un po’ di luce. Innanzitutto bisogna istituire un “career day for finance” che ancora non c’è, perché ci appoggiamo a quello del DIM, che però non è sufficiente perché molti studenti vogliono scegliere la carriera finanziaria. Quindi istituire un career day con aziende multinazionali ed internazionali, dal momento che noi che facciamo un corso in inglese siamo orientati verso l’estero. Il secondo punto è regolare gli orari di lezione, dal momento che specialmente in questo semestre abbiamo avuto degli orari di lezione sfalsati l’uno dall’altro con pause lunghissime, rendendo la vita difficile ai pendolari e a chi fa attività extra-curriculare. Pensavo di concentrare le lezioni nella sola mattina o nel tardo pomeriggio per dare modo ai ragazzi di organizzarsi con lo studio, con le altre attività, con gli spostamenti per i pendolari. Il terzo punto del mio programma è fare della Luiss la sede degli esami di lingua, perché noi abbiamo la seconda lingua a scelta al secondo anno che non ci dà alcun certificato.

Manganelli: mi dovrebbero votare perché, innanzitutto, ci metterò sempre la faccia e qualunque richiesta verrà fuori non mi farò problemi a porla ai professori o al direttore di dipartimento. In più riuscirò a collaborare in maniera ottimale con gli altri ragazzi che verranno eletti. Quindi, un’assoluta apertura a tutte le altre rappresentanze. Per quanto riguarda il programma, dal primo giorno creerò un gruppo Linkedin dei ragazzi di “Economics and business”. In questo modo tra noi che avremo condiviso tre anni di esperienza universitaria, gli stessi esami e gli stessi professori, ci sarà un filo ancora più sottile che ci legherà come colleghi di lavoro che hanno studiato nello stesso corso e non solo nella stessa università. Creerò anche un gruppo Facebook unico, affinché le comunicazioni degli eventi, conferenze e spazi di networking possano essere comunicate al meglio a tutti quanti. Non è giusto che un’esperienza associativa, ludica, scolastica, universitaria non debba essere condivisa in tutti gli anni, ma magari solo al terzo anno, perché anche i ragazzi del primo e del secondo anno devono avere modo di imparare a fare vita extra-universitaria acquisendo soft skills che tanto vengono poste in rilievo nella nostra università.

Cafarella: il mio programma verte principalmente sulle problematiche che riguardano prevalentemente gli esami. Ci siamo trovati molto spesso a dover affrontare esami anche nello stesso giorno o in giorni consecutivi e questo non può essere tollerato. Il secondo punto è l’organizzazione degli esami parziali: molto spesso i professori non spiegano correttamente quali sono gli argomenti dei parziali e la valenza che l’esonero avrà nel voto finale. Perciò chiederò una maggiore chiarezza sotto questo punto di vista. Un terzo aspetto sta nell’introduzione di un terzo appello per ogni sessione d’esame che attualmente manca. Inoltre, mi vorrei concentrare anche su un programma d’internazionalizzazione.

Carraturo: il mio programma è composto fondamentalmente da dieci proposte. La proposta principale, che è anche il problema fondamentale del nostro dipartimento, è la difficoltà ad accedere agli scambi internazionali. Questo è dovuto al fatto che siamo un dipartimento che, rispetto a DIM e Scienze Politiche, ha realmente difficoltà ad accedere perché gli studenti non riescono a raggiungere il numero di crediti sufficienti, non hanno una media alta non perché non valgano, ma perché la difficoltà del percorso di studi è elevata. Allo stesso tempo siamo il dipartimento che ha il minor numero di mete riservate (solamente 6 di cui 5 condivise con i triennali e una sola per studenti magistrali divisi in 3 corsi – parliamo di 350 studenti). Riguardo al double degree, abbiamo due mete aperte solo ai ragazzi di Finance e con pochi posti oltretutto. Un problema è chi decide di accedere al programma deve pagare la retta ad entrambe le università, oltre che le spese per vivere. Questo non è giusto, soprattutto perché ragazzi di altri dipartimenti riescono ad accedere a qualsiasi double degree ed Erasmus. Sempre in relazione a questa tematica, il problema è relativo anche al free mover, che richiede tre esami da 8 crediti almeno. Il problema reale è che, dopo il primo semestre, difficilmente i ragazzi riescono a sostenere tre esami, in quanto la difficoltà è sempre più elevata e, allo stesso tempo, ritorna il problema delle spese personali e di farsi accettare da un’università all’estero, che vorrebbe studenti con una media molto elevata che noi, rispetto alle medie degli altri dipartimenti, non abbiamo. Il problema principale è la difficoltà elevata degli esami all’interno del nostro dipartimento, dunque. Questo non permette di entrare in Erasmus, rende difficile l’accesso al free mover e complicato l’accesso ai double degree. Un altro punto saliente del mio programma è la ristrutturazione: parto dal presupposto che la Luiss rappresenta un’eccellenza nel panorama italiano – è prima nel ranking de Il Sole 24 Ore -, ma se ci andiamo a focalizzare più sul campo dell’economia e della finanza, la nostra università non è presente nel ranking mondiale ed è molto grave. Dovremmo ispirarci ad un’altra eccellenza italiana che è la Bocconi. Il dipartimento di finanza di quest’ultima permette allo studente che vi accede, dopo il primo anno, di scegliere il major che può essere o in finance o in investement banking. Questa è una divisione importante, che permette allo studente di decidere se proseguire una carriera più dal lato quantitativo o più dal lato qualitativo. Fa sì che, nel primo anno, gli studenti riescano a seguire materie più generali che permettano loro una comprensione generale nel campo della finanza, per poi andarsi a specializzare nel campo prescelto.

3. Quale sarebbe la tua prima azione da rappresentante di dipartimento?

Tessitore: sicuramente la mia prima azione come rappresentante sarebbe quella di cercare di garantire il rispetto di tutti i punti del mio programma, farmi valere in consiglio di dipartimento e cercare di portare avanti le idee degli studenti. Comunque mi occuperei subito della questione esoneri, che è sicuramente il tema più urgente nel nostro dipartimento.

Caminiti: l’azione principale sarebbe quella di cercare una collaborazione tra rappresentanti e studenti che secondo me manca, e parlo da matricola. Da quando sono arrivato molti rappresentanti non si sono mai presentati a noi studenti. Infatti, all’interno del mio programma ho proposto di fare delle assemblee mensili pubbliche in cui tutti possano partecipare e portare avanti le loro proposte. E chi non volesse o non potesse partecipare fisicamente a queste riunioni, perché magari impegnato con lo studio, potrà farlo anche all’interno di una piattaforma che verrà inserita all’interno dell’app Luiss in cui tutti potranno scrivere quello che non va nell’università, cosa può essere migliorato e cosa va cambiato, anche segnalandolo in maniera anonima.

Cocozza: 

La mia prima azione sarebbe andare da Marengo, con cui ho già un buon rapporto, mettergli davanti il mio programma e dirgli: “Questi sono i punti del mio programma. Ci sono alcuni in ordine d’urgenza che vanno portati avanti per primi: esoneri e certifichiamoci. Mettiamoci all’opera per far sì che nel prossimo semestre si abbiano esoneri obbligatori e che i corsi d’inglese siano finalmente utili”.

Gennari: la prima azione è certamente quella di equilibrare il gap che si è venuto a creare con l’abolizione del terzo appello. Parlerò con tutti i professori e con il direttore di dipartimento per introdurre una misura che preveda l’obbligo per i professori di fissare di fissare gli esoneri. Una misura già prevista anche all’interno della nostra università, per consentire ai ragazzi di prepararsi adeguatamente per un esame e non avere l’affanno di dare tutti questi esami in così poco tempo.

Raucci: la mia prima azione riguarda proprio l’ultimo punto che ho citato (reintroduzione del terzo appello, ndr) e mi batterò per questo. Cercherò di riportare le esigenze degli studenti al dipartimento e farò capire che stando così le cose molti studenti rimangono indietro con lo studio per via dell’assenza di prove intermedie e del terzo appello. Quindi bisogna cercare un compromesso. La parola chiave è compromesso.

Perillo Francesco: come prima cosa conoscerei tutti gli studenti, ascolterei tutte le proposte, le confronterei con il mio programma, e poi valuterei quali sono più quelle delle quali si sente un più immediato bisogno.

Perillo Claudia: ovviamente il regolamento unico per le prove intermedie, perché non è possibile fare una prova intermedia che poi non ha valore sull’esame finale. Non è possibile avere quattro materie con due appelli e nessuna di queste ha una prova intermedia. Non ci può essere troppa differenza tra un canale e l’altro, in magistrale come in triennale. Non può esistere che un esame fatto in un canale si possa preparare con due mesi di studio e in un altro canale con una settimana sola.  Si deve creare una sorta di equità sia tra i diversi canali, ma anche una struttura veramente funzionale e funzionante di due appelli con prove intermedie. Un’altra questione su cui mi piacerebbe lavorare – mi ha già dato il suo placet il capo di dipartimento e sarà da vedere se sarà fattibile o meno – è il secondo appello per gli esami non del semestre. Quindi ripristinare la vecchia struttura in cui si hanno due appelli per tutti gli esami a ciascuna sessione e non solo per quelli del semestre.

Tricarico: sicuramente tenterò di riportare il terzo appello al dipartimento in quanto l’eliminazione di quest’ultimo non dipende dall’accreditamento Equis, ma si deve al tentativo di avvicinamento a università più internazionali. Come sostiene anche Davide Cuccurullo non è possibile importare alla Luiss un modello di questo tipo senza adottare tutto il sistema che c’è dietro.

De Maio: la mia prima azione sarebbe cominciare a lavorare sul progetto del career day, perché mi sembra la cosa più importante che manca qui. Bene o male le altre cose, sebbene siano importanti, sono da cambiare anche negli altri dipartimenti, quindi si può lavorare insieme agli altri rappresentanti.

Manganelli: la prima azione sarebbe quella di creare il gruppo Linkedin e il gruppo unico su Facebook. Però quello cui tengo ancora di più è creare, dal prossimo anno, una lista per l’Erasmus distinta da quella del dipartimento DIM, perché le graduatorie attualmente sono uniche per entrambi i dipartimenti quando in realtà siamo due entità distinte. Perciò dovrebbero esserci due graduatorie distinte, dato che l’Erasmus è un’esperienza bellissima e tutti i ragazzi dovrebbero avere la possibilità di crederci.

Cafarella: la mia prima azione riguarderebbe gli esami, cioè migliorare l’organizzazione e, dal punto di vista dell’internazionalizzazione, cercare un confronto con compagnie estere, al fine di permettere agli studenti di poter avere una relazione con loro.

Carraturo: la prima azione sarebbe quella di proporre il problema fondamentale dell’internazionalizzazione, dato che per la carriera che vogliamo intraprendere è fondamentale partire in Erasmus. Successivamente cercare di ristrutturare. La terza proposta consisterebbe nel migliorare le soft skills e creare un’aula Bloomberg adatta.

A nome di entrambe le redazioni, ringraziamo tutti gli intervistati per la loro disponibilità.

 

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Che la sfida abbia inizio: idee e programmi dei candidati al CSU http://www.360giornaleluiss.it/la-sfida-abbia-inizio-idee-programmi-dei-candidati-al-csu/ Wed, 05 Apr 2017 07:39:59 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=8454 Sarà competizione, come in tutte le elezioni. Ma questa volta sarà sportiva e non solo elettorale. I candidati al CSU delle prossime elezioni, saranno tanti, ma sei di loro si sono prestati ad un confronto su due dei temi presenti in tutti programmi. Come aumentare la partecipazione agli eventi sportivi LUISS e come integrare all’interno

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Sarà competizione, come in tutte le elezioni. Ma questa volta sarà sportiva e non solo elettorale. I candidati al CSU delle prossime elezioni, saranno tanti, ma sei di loro si sono prestati ad un confronto su due dei temi presenti in tutti programmi.

Come aumentare la partecipazione agli eventi sportivi LUISS e come integrare all’interno dei programmi didattici quello che a tutti gli effetti rimane una parte fondamentale del nostro tempo, ovvero lo sport.

Risposte simili, ma con piccoli particolari diversi, ognuna con i propri pro e contro. “Gli studenti non sono incentivati a partecipare alla vita sportiva, bisogna premiare anche chi non ha talento, permettendo loro di acquisire crediti anche attraverso l’attività non agonistica, oppure attraverso un punto bonus alla laurea per chi ha seguito tre anni di attività” dice Giuseppe Franzese, candidato alla Lista Spazio Sport. E poi ancora “borsa di studio per gli sport individuali, “Clamoroso al PalaLuiss” per creare giovani telecronisti e implementazione di nuovi sport“.

Sulla stessa linea d’onda anche Gianmarco Giorgino per la Lista Uni-Lab: “Bisogna allargare il panorama sportivo con altre discipline come le arti marziali: Judo, Taekwondo, e Karate, sport poco pubblicizzati, ma importanti perché danno l’opportunitità di farsi notare a livello internazionale come abbiamo visto per le Olimpiadi di Rio de Janeiro“. Ma anche più coesione tra i programmi universitari e lo sport: “Studenti con nozioni di giurisprudenza, economia e scienze politiche dovrebbero avere l’opportunità di mettere in pratica le loro conoscenze in ambito sportivo, come manager e in ambiti dirigenziali“.

Il problema dell’interesse per gli eventi Luiss ritorna con Marco Meli, Lista Spazio Sport, atleta della squadra sportiva di nuoto: “Prima di obbligare o far interessare le persone allo sport bisogna cercare di creare un bacino di interesse a qualunque evento sportivo. Voglio cercare di creare un interesse intorno alle varie squadre. La radio potrebbe essere un elemento di diffusione, con gli interventi degli sportivi. Il tifo deve essere spontaneo, un qualcosa che ci spinge la domenica a svegliarci ed andare a tifare la squadra. Nel momento in cui lo sport diventerà primario nelle menti degli studenti ciò avverrà. Penso che grazie all’aiuto delle associazioni si possano avvicinare di più gli studenti all’universo sportivo. Lo sport è entusiasmo e sentimenti, perché quello che suscita lo sport non lo suscita nessun altro”.

Senso di appartenenza che è a cuore anche a Roberto Sollino della Lista Spazio Sport: “Bisogna tenere aggiornati gli studenti sui risultati delle squadre Luiss, ci sono tanti sport che rimangono sconosciuti ai più: Vela, Bridge… Bisogna sponsorizzare e trovare i team manager che sono la figura in grado di incentivare anche l’atleta stesso”.

Un’unica entità tra studenti e sport invece per Paolo Cardamone per la Lista Uni-Lab: ” Voglio che festeggino come le vittorie per le proprie squadre del cuore. Per prima cosa bisogna informare: Newsletter e programma radio per aggiornare gli studenti. Ogni settimana giocano dieci squadre delle Luiss, ma spesso neanche si sa. In più bisogna implementare un progetto bellissimo: Luiss Sport Academy coordinato dal professor Pessi e dal direttore sportivo Paolo Del Bene, si cerca di estendere la pratica degli sport offerti dalla Luiss a tutti “non più 350 atleti ma 5000 sportivi”, l’idea è quella di vedere tutti gli studenti con una borsa sportiva entrare in università, attraverso una convenzione per permettere a tutti di allenarsi”.

Punta su Luiss Sport Academy anche Corrado Barulli della Lista Uni-Lab: “Si potrebbe inserire alcuni atleti influenti per il pubblico all’interno delle squadre per avere una maggiore partecipazione degli studenti. Io essendo maestro di sci ho partecipato a molti eventi, l’idea è quella di incentivare per creare relazioni tra università, Federazioni e licei sportivi garantendo delle borse di studio alla Summer School per entrare di diritto nelle squadre“.

 

 

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