Road To Rio – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it Fri, 16 Mar 2018 19:15:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.8.2 http://www.360giornaleluiss.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/02/cropped-300px-32x32.png Road To Rio – 360°- il giornale con l'università intorno http://www.360giornaleluiss.it 32 32 97588499 Scelta la portabandirera: il nuoto al primo posto http://www.360giornaleluiss.it/scelta-la-portabandirera-nuoto-al-primo-posto/ Sun, 01 May 2016 22:42:51 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6357 Se mai vi fosse capitato di cimentarvi nella lettura di almeno un paio dei miei articoli, la probabilità che questi parlassero di nuoto o di altri sport natatori è sicuramente molto alta. Per questa ragione mi ero ripromessa di non parlare di nuoto anche in questa rubrica, lasciando il dolce compito ai miei colleghi della

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Se mai vi fosse capitato di cimentarvi nella lettura di almeno un paio dei miei articoli, la probabilità che questi parlassero di nuoto o di altri sport natatori è sicuramente molto alta. Per questa ragione mi ero ripromessa di non parlare di nuoto anche in questa rubrica, lasciando il dolce compito ai miei colleghi della redazione sport. Tuttavia, proprio due giorni fa il Coni ha nominato Federica Pellegrini come la nuova portabandiera e la puntualità di questa decisione, in precisa corrispondenza con la pubblicazione della puntata della rubrica non può essere che un segno del destino. Perciò rompendo la promessa che avevo fatto a me stessa, vi accompagnerò nell’immersione.

Per quanto riguarda il nuoto propriamente detto sono già nove gli atleti che possono per certo volare in Brasile. Oltre agli ormai conosciuti Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri, ricordiamo la nuova stella Martina Carraro, esecutrice del sesto tempo mondiale annuale nei 100 metri rana (siglando il nuovo record italiano), e il “risorto” Luca Dotto, che sembra sostituire l’infortunato Marco Orsi. Da notare il successo di Gabriele Detti, fondista finora sempre all’ombra di Greg, che sbanca agli assoluti di Riccione con un poker di 200, 400, 800 e 1500 metri stile libero, mostrando di essere tanto in forma da vincere anche gare non propriamente lunghe. Tuttavia per definire la spedizione italiana a Rio dobbiamo ancora aspettare gli europei di Londra, ultima possibilità per gli atleti di qualificarsi.

Passando invece al nuoto sincronizzato lo scorso marzo la squadra italiana ha strappato il pass qualificandosi terza alle manifestazioni preolimpiche di Rio. Un grande successo per la squadra, che firma così la quarta partecipazione pentacerchiata italiana, dopo la pesante assenza delle ultime due edizioni. Anche il duo composto da Linda Cerruti e Costanza Ferro si qualifica per Rio grazie ad un secondo posto dietro la ancora irraggiungibile coppia spagnola. Soddisfatto tutto lo staff, che ha lavorato per l’obiettivo comune di permettere alle ragazze di giocarsi le proprie carte in quel di Rio.

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L’altra disciplina acquatica di cui l’Italia è una grande protagonista è quella dei tuffi, da trampolino e piattaforma. Quella di Rio sarà l’ultima Olimpiade contesa da Tania Cagnotto, che con il primo posto ottenuto ai mondiali di Kazan della scorsa estate, fa ben sperare. La campionessa italiana ha da poco vinto un argento alle World Series dietro la cinese He Zi e un ulteriore argento con il tuffo in coppia con Francesca Dalappè. Rio sarà sicuramente la migliore occasione per tentare ancora una volta di strappare la medaglia dal collo della cinesi. The last but not the least la pallanuoto azzurra sembra andare a gonfie vele. Il Settebello (la nazionale maschile), vice campione olimpico in carica, si è qualificato per Rio lo scorso 8 aprile vincendo ai quarti di finale del Preolimpico contro la coriacea Romania. Lo stesso pass era stato ottenuto pochi giorni prima dal Setterosa (nazionale femminile) al trofeo di qualificazione di Gouda.

Insomma ci pare che la decisione del Coni di scegliere la nuova portabandiera nel ”vivaio” acquatico sia sintomo dell’altissimo livello che gli azzurri hanno raggiunto in queste discipline. Federica Pellegrini è senza dubbio uno dei visi più conosciuti dello sport italiano. La tenacia e la sua continua obiettività, oggetto spesso di tante critiche, fanno di lei la persona che più di ogni altra ha permesso ad uno sport puro, non ancora insozzato dal potere dei soldi, come il nuoto ( con tutte le sue discipline) di valicare la soglia della popolarità. Non possiamo che esserne fieri.

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Chi dovrebbe portare la bandiera dell’Italia a Rio? http://www.360giornaleluiss.it/chi-dovrebbe-portare-la-bandiera-dellitalia-a-rio/ Mon, 18 Apr 2016 08:41:31 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6398 L’ultima in ordine di tempo fu Valentina Vezzali, che durante la cerimonia di apertura dell’Olimpiade del 2012, aprì la sfilata degli atleti italiani. A distanza di quattro anni e a pochi mesi dall’inizio dei Giochi a Rio, è inevitabile chiedersi chi sarà il o la portabandiera di questa nuova edizione. La decisione verrà presa ufficialmente

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L’ultima in ordine di tempo fu Valentina Vezzali, che durante la cerimonia di apertura dell’Olimpiade del 2012, aprì la sfilata degli atleti italiani. A distanza di quattro anni e a pochi mesi dall’inizio dei Giochi a Rio, è inevitabile chiedersi chi sarà il o la portabandiera di questa nuova edizione. La decisione verrà presa ufficialmente dalla giunta del Coni il 27 aprile prossimo. Nel frattempo però, si possono già fare delle previsioni. La figura del portabandiera rappresenta l’atleta più vincente di un paese negli ultimi anni. È il nostro fiore all’occhiello, oltre ad essere un prestigioso riconoscimento alla carriera. Di seguito vi propongo 11 nomi di super campioni azzurri, che secondo me hanno le carte in regola per ambire al posto.

Dunque la domanda è: chi vorreste vedere come portabandiera durante la cerimonia di apertura dei giochi olimpici, il 5 agosto 2016 a Rio de Janeiro? Chi merita di più?

Tania di Mario

Esordì in nazionale nel 1999, all’età di venti anni. Attualmente capitano della squadra di pallanuoto femminile, con il Setterosa ha vinto l’oro olimpico ad Atene nel 2004, diventando anche la miglior giocatrice del torneo di quella edizione. Ha vinto anche un mondiale, tre volte i campionati europei e ha conquistato medaglie in world league e in coppa del mondo. A 37 anni, questa sarà la sua ultima olimpiade. Sarebbe la prima pallanuotista a diventare portabandiera.

Tania Cagnotto

È la più grande tuffatrice che l’Italia abbia mai avuto, la sua specialità è il trampolino. All’età di 17 anni si è affacciata a livello internazionale e da lì in poi non si è più fermata. È la tuffatrice europea con il maggior numero di podi in carriera: 25 di cui 17 sono ori. Ha vinto 10 medaglie ai mondiali, di cui una d’oro. Così è diventata la prima e unica donna italiana ad aver vinto una medaglia ai mondiali nei tuffi e l’unica ad aver vinto una medaglia d’oro. Negli ultimi giochi olimpici è arrivata due volte quarta per pochissimi decimi di punto, a Rio è l’ultima chiamata per la corsa al podio olimpico, fino ad ora sfuggito. Questa è la sua quinta olimpiade e ha già dichiarato che a 31 anni, sarà l’ultima.

Chiara Cainero

È una tiratrice di tiro a volo, la sua specialità è lo skeet. Ha vinto 9 medaglie europee, di cui 6 d’oro. Un oro mondiale e nel 2008 è diventata la prima italiana a vincere un oro olimpico nel tiro a volo. A 38 anni, questa potrebbe essere la sua ultima Olimpiade. Sarebbe la prima tiratrice a diventare portabandiera.

Giovanni Pellielo

È un tiratore di tiro a volo, specialista del trap. Nel 1992 a Barcellona, a 22 anni partecipa alla sua prima olimpiade. Ha vinto 12 titoli europei, 6 coppe del mondo, 10 ori mondiali e ha conquistato due argenti olimpici e un bronzo. All’età di 46 anni, questa è la sua settima e probabilmente ultima olimpiade. Ultima chiamata per provare a vincere l’oro che manca nel suo infinito palmares. Sarebbe il primo tiratore a diventare portabandiera.

Vanessa Ferrari

È una ginnasta italiana specialista del corpo libero, parallele e trave, ed è capitano della squadra nazionale di ginnastica artistica. Esordisce nel 2002 in nazionale all’età di 16 anni. Nel 2006 vince l’oro mondiale individuale e così diventa la prima donna italiana a conquistare un titolo mondiale nella ginnastica artistica. Ha partecipato a due Olimpiadi, entrambe contraddistinte da molta sfortuna. Nel 2008 non riesce ad esprimersi al meglio durante la finale, a causa di un infortunio e nel 2012 arriva terza a pari merito in finale ma non le viene assegnata la medaglia di bronzo per via di una assurda regola. A 26 anni, questa sarà la sua ultima olimpiade e così anche l’ultima possibilità di vincere una medaglia olimpica.

Clemente Russo

È un pugile dilettante che compete nella categoria dei pesi massimi. All’età di 20 anni, dal 2002 in poi, inizia la sua scalata nelle maggiori competizioni internazionali. Ha vinto due ori mondiali. Conquista due argenti olimpici, uno a Pechino nel 2008 e uno a Londra nel 2012. Nel 2008 ha portato la bandiera nella cerimonia di chiusura. A 34 anni, questa è la sua ultima olimpiade e quindi anche l’ultima occasione per diventare campione olimpico. Sarebbe il primo pugile a portare la bandiera durante la cerimonia di apertura.

Arianna Errigo

È una schermitrice specialista del fioretto. Fin da piccola ha iniziato a vincere competizioni internazionali giovanili. Ha vinto 4 coppe del mondo, 7 ori mondiali di cui due individuali. Nel 2012 a Londra ha vinto l’oro olimpico a squadre nel fioretto e l’argento nella gara individuale. È forse l’unica, che non finirà la carriera dopo questa edizione dei giochi, avendo 28 anni e ancora una carriera davanti, nonostante i numerosi successi già accumulati fino ad ora. A Rio cercherà di vincere l’oro, che le è sfuggito per un solo punto a Londra.

Elisa di Francisca

È una schermitrice specialista del fioretto. Nel 2002, a 22 anni entra a far parte della nazionale maggiore e vince l’oro mondiale a squadre. Ha vinto due coppe del mondo, 6 mondiali a squadre e 1 individuale. A Londra ha vinto l’oro sia a squadre sia nell’individuale, ai danni proprio di Arianna Errigo. È considerata una delle schermitrici italiane più forti di sempre. A 34 anni tenta di bissare l’oro olimpico della scorsa edizione. Ha le carte in regola per diventare portabandiera.

Aldo Montano

È uno schermidore specialista della sciabola. Fa parte di una vera e propria dinastia di schermitori, in quanto il padre, il nonno e i cugini vinsero tutti medaglie olimpiche a squadre. Dal 2005 in poi inizia la sua scalata piena di successi. Ha vinto un mondiale individuale e un mondiale a squadre nel 2015. Nel 2004 ad Atene vinse l’oro olimpico individuale. In totale ha conquistato 4 medaglie olimpiche, di cui 3 a squadre. A 38 anni e alla quarta olimpiade, potrebbe finire qui la sua carriera, tentando di portare a casa un’altra medaglia olimpica individuale.

Federica Pellegrini

Durante la sua prima olimpiade, a 16 anni, vinse l’argento olimpico nei 200 stile libero ad Atene nel 2004. Divenne così la più giovane atleta italiana di sempre a salire su un podio olimpico individuale. Ha vinto 9 medaglie mondiali in vasca lunga, di cui 4 ori. Due medaglie olimpiche, un oro e un argento. È stata la prima e fino ad ora unica nuotatrice donna, in grado di vincere un oro olimpico. Nella sua gara, i 200 stile, è l’atleta donna più vincente di sempre nella storia del nuoto mondiale. Il suo dominio dura dai mondiali del 2005, 6 edizioni di mondiali consecutivi in cui va a podio. Attualmente è primatista mondiale dei 200 stile in vasca lunga e ha stabilito 11 record del mondo nella sua carriera. Ha rifiutato di portare la bandiera nel 2012 perché avrebbe avuto le gare il giorno successivo alla sfilata di apertura. All’età di 27 anni da compiere proprio il giorno della cerimonia di apertura, la sua quarta olimpiade sarà l’ultima prima del ritiro. Sarebbe la prima nuotatrice a portare la bandiera.

Stefano Tempesti

È il portiere e capitano del Settebello, la nazionale maschile di pallanuoto. Ha vinto un mondiale e un argento olimpico. A 37 anni, ha partecipato a cinque olimpiadi, questa sarà probabilmente l’ultima. È l’ultima chiamata per provare a vincere l’oro. Sarebbe il primo pallanuotista a portare la bandiera.

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Il richiamo del vento http://www.360giornaleluiss.it/richiamo-del-vento-rio-2016/ Mon, 11 Apr 2016 08:16:04 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6307 Quest’anno in Brasile si augurano tutti che il vento soffi forte tra il 5 e il 23 Agosto. In quel periodo, infatti, andranno in scena le regate delle olimpiadi di Rio de Janeiro. Le sfide tra imbarcazioni e tra windsurfers si terranno nella cornice della baia di Guanamara di Marina da Glória. Le categorie ammesse

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Quest’anno in Brasile si augurano tutti che il vento soffi forte tra il 5 e il 23 Agosto. In quel periodo, infatti, andranno in scena le regate delle olimpiadi di Rio de Janeiro. Le sfide tra imbarcazioni e tra windsurfers si terranno nella cornice della baia di Guanamara di Marina da Glória. Le categorie ammesse in gara sono: Laser, imbarcazione in singolo di lunghezza massima attorno ai 4 metri e con una sola vela, Laser radial, identiche caratterische d’imbarcazione ad eccezione della lunghezza maggiore della vela, Finn, imbarcazione in singolo che si contraddistingue per il suo peso di ben 130 kili, 470, imbarcazione in doppio dalla tripla vela. La 49er, imbarcazione con caratteristiche analoghe al 470 riservata solo agli uomini, 49er FX, la versione femminile del 49er con vele di dimensioni minori, RS:X, il popolarissimo windsurf, ed infine Nacra 17, il catamarano in doppio dalla lunghezza massima che si aggira attorno ai 5 metri e che farà il suo debutto tra le classes proprio in queste olimpiadi.

L’entusiasmo attorno al mondo della vela in Brasile è a dir poco sensazionale. Alle olimpiadi i brasiliani vantano una tradizione vincente di lungo corso, basti pensare al record assoluto delle 5 medaglie olimpiche vinte da Torben Grael, seguito in scia dallo stesso Robert Scheidt con 2 ori e 2 argenti. A portare in alto la bandiera della vela femminile carioca sono invece Fernanda Oliveira e Isabel Swan. Le due atlete nelle olimpiadi di Beijing 2008 sono entrate nella storia vincendo le prime medaglie a tinte rosa per il Brasile.

Per quanto concerne i nostri azzurri, Giulia Conti e Francesca Clapcich sono molto quotate per salire sul podio nel 49er FX. Flavia Tartaglini, nel circuito del windsurf, e la coppia Vittorio Bissaro – Silvia Sicouri nel Nacra17 hanno vissuto una stagione in chiaroscuro. Ciò nonostante, con la tenacia che li contraddistingue, lotteranno per infoltire il medagliere italiano. Si sta registrando, invece, la crescita di Francesco Marrai nel Laser. Anche lui potenzialmente potrebbe farsi strada per un piazzamento sul podio.

Per dovere di cronaca va sottolineato come l’organizzazione pentacerchiata carioca della vela non sia stata tutta rose e fiori. Nel dossier di candidatura del 2009 il patto era quello di ripulire l’80% delle fognature all’interno della baia di Guanamara. Attualmente, secondo il Cedae, l’impresa statale a cui è stato affidato l’incarico, si è raggiunto solo il 51%. Si prevede di arrivare al 60% nei prossimi due mesi. Nelle operazioni di bonifica della baia sono stati utilizzati 2 miliardi di reais, 460,5 milioni di euro, in 20 anni. E per completare la rete di fognature dei 15 comuni che costeggiano la baia ne saranno necessari almeno altri 12, 2 miliardi e 763 milioni di euro, facendo riferimento a quanto riportato dalla segreteria per l’ambiente dello stato di Rio de Janeiro. Stiamo parlando di cifre altissime. Nonostante le accese polemiche per l’inquinamento e le proteste di alcuni velisti, le competizioni si terranno comunque nelle aree individuate all’inizio dell’avventura olimpica: tre all’interno della baia, Ponte, Escola Naval e Pão de Açúcar, e due all’esterno, Copacabana e Niterói. Il macabro episodio del braccio mozzato rinvenuto nelle acque in prossimità del campo di regata Ponte nello scorso Febbraio ha poi macchiato l’immagine della location a distanza di pochi mesi dall’inizio delle competizioni. A detta di molti abitanti della zona non si è trattato di un episodio isolato in quanto negli ultimi anni sono stati ricorrenti gli avvistamenti di cadaveri o parti del corpo mozzate nelle acque della baia, il tutto riconducibile alle faide che si alimentano nelle favelas circostanti.

 

Non ci resta che attendere il richiamo del vento…

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Atletica: un fulmine verso Rio http://www.360giornaleluiss.it/atletica-un-fulmine-verso-rio/ Mon, 04 Apr 2016 05:54:50 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6270 A ormai pochissimi mesi dall’inizio della 31esima edizione dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, è quasi tutto pronto per quello che riguarda la specialità regina dei giochi: l’atletica leggera. Già, quasi. Una parola che fa tutta la differenza del mondo. Negli ultimi mesi, infatti, a minare la credibilità già intaccata negli anni da decine

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A ormai pochissimi mesi dall’inizio della 31esima edizione dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, è quasi tutto pronto per quello che riguarda la specialità regina dei giochi: l’atletica leggera. Già, quasi. Una parola che fa tutta la differenza del mondo. Negli ultimi mesi, infatti, a minare la credibilità già intaccata negli anni da decine e decine di scandali, ci hanno pensato una serie di vicende poco chiare ed altrettanto poco piacevoli: doping di stato, meldonium, legislazione antidoping che tarda ad arrivare e mette a rischio la partecipazione ai giochi.

Andando con ordine, è notizia di qualche settimana fa di un sistema messo in atto dalla Federatletica Russa per coprire i propri atleti dopati, il tutto documentato da un accurato report che riassume l’inchiesta della WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Il report accusa il direttore del laboratorio di Mosca, Grigory Rodchenko, di aver distrutto 1417 test per evitare che l’inchiesta potesse scoprire la truffa. L’ordine sarebbe partito direttamente da Vitaly Mutko, ministro dello Sport. Non solo: alla periferia di Mosca è stato creato un laboratorio-ombra dove i test venivano controllati prima che approdassero all’Antidoping ufficiale russo, cui ovviamente poi arrivavano solo gli esami che non presentavano anomalie, mentre nel frattempo gli atleti sospetti o positivi venivano avvertiti della loro situazione. Dopo questo terremoto, che ha portato all’esclusione della Federazione Russa dai Giochi, è scoppiato il caso Meldonium.  Il meldonium è un principio sintetizzato nei laboratori della casa farmaceutica lettone Grindeks e diffuso principalmente nell’Europa dell’est col nome commerciale di Mildronate. Serve a curare gravi patologie cardiache, in buona sostanza è un anti-ischemico, un anti-coagulante, usato per i decorsi da angina o infarto. Dal 1 Gennaio di quest’anno la sostanza in questione è stata messa al bando dalla WADA e per questo motivo dai controlli antidoping effettuati da quest’anno, tracce di questa sostanza varranno una squalifica agli atleti di qualunque sport. A farne le spese, guardavano, moltissimi atleti russi, tra i quali la superstar del tennis Maria Sharapova.

Il dossier della WADA che ha inguaiato la Russia ha messo in pericolo altre Federazioni, una su tutte quella Keniana, storicamente grande protagonista nel medagliere grazie all’atletica. Dopo l’approvazione del nuovo codice antidoping da parte della IAAF, infatti, tutti i Paesi considerati compiacenti alla copertura del doping rischiano una lunga e pesante squalifica, a meno di adeguamenti nella propria legislazione. Al Kenya era stato richiesto proprio di rafforzare la legislazione in materia di doping e di finanziare la creazione di un’agenzia nazionale antidoping, ma purtroppo entrambe le cose stanno andando a rilento e presto si avrà la decisione definitiva della IAAF sulla partecipazione o meno del Kenya ai prossimi giochi.

Fortunatamente, però, la grande stella dell’atletica, almeno per il momento, non è stata oscurata da nessun tipo di scandalo doping. Si parla, ovviamente, di Usain Bolt, che dopo i problemi alla caviglia tornerà a correre nei meeting di maggio in preparazione dei giochi di Rio. Obiettivo? Altro triplete d’oro, con annesso record del mondo nei 200 metri. L’atleta giamaicano ha dichiarato, infatti, che in questi mesi ha lavorato e lavorerà ancora per scendere sotto il muro dei 19 secondi, battendo il record da lui stabilito ai mondiali di Berlino del 2009. Il 30enne velocista ha annunciato che sarà la sua ultima olimpiade, ma che vuole chiudere con un terzo triplete d’oro dopo Pechino e Londra, per entrare nell’Olimpo dello Sport, al pari di leggende come Muhammad Ali e Michael Jordan.

Le speranze per l’Italia arrivano tutte da Gianmarco Tamberi, splendido oro indoor nel salto in alto non più di due settimane fa, con un occhio anche ad Alex Schwazer che dopo la squalifica si sta allenando per tornare nella Coppa del Mondo di Roma l’otto di Maggio. Di lui Alfio Giomi, presidente della nostra Federatletica, ha detto: “Di Alex abbiamo visto un allenamento sul percorso dove si muove abitualmente e i risultati sono quelli di un atleta che dimostra di essere sulla strada per tornare ad essere quello che ha vinto l’oro nel 2008.” Con la speranza che di questa Olimpiade, almeno per l’Italia, non ci si ricordi per gli scandali, ma per i festeggiamenti e la gioia di ragazzi puliti come Gimbo Tamberi.

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Il setterosa c’è, quello ‘bello’ non ancora http://www.360giornaleluiss.it/setterosa-settebello-olimpiadi-rio-2016/ Wed, 30 Mar 2016 06:42:30 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6238 “Affascinante, dura, leale, sommersa” così Paolo De Crescenzo amava descrivere la pallanuoto, uno che sport che richiede prestanza fisica e capacità di adeguarsi al ritmo, freddezza e precisione: uno sport completo. Uno dei primi, tra quelli di squadra, ad apparire nel programma olimpico: il torneo maschile venne infatti introdotto nel 1900 in occasione dell’edizione di

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“Affascinante, dura, leale, sommersa” così Paolo De Crescenzo amava descrivere la pallanuoto, uno che sport che richiede prestanza fisica e capacità di adeguarsi al ritmo, freddezza e precisione: uno sport completo. Uno dei primi, tra quelli di squadra, ad apparire nel programma olimpico: il torneo maschile venne infatti introdotto nel 1900 in occasione dell’edizione di Parigi, mentre si dovrà aspettare un secolo e una dura protesta da parte della nazionale australiana per vedere quello femminile. Uno sport che, soprattutto in campo maschile, ha regalato molte soddisfazioni ai colori azzurri: 3 ori, 2 argenti e 1 bronzo.  Nell’ultima edizione di Londra 2012 gli uomini di Campagna ci hanno tenuti con il fiato sospeso fino alla fine: dopo un cammino trionfale, che li ha visti avere la meglio su grandi nazioni come Ungheria e Serbia, nella finale della Water Polo Arena gli azzurri si sono arresi alla Croazia con il punteggio di 8-6. Cosa dobbiamo quindi aspettarci a Rio? Il Settebello,soprannome dato dal radiocronista Nicolò Carosio alla squadra maschile nel 1948, ha già fallito le prime due possibilità di qualificazione diretta alle Olimpiadi. Si è infatti piazzato 4° ai mondiali di Kazan, ed è invece uscito ai quarti degli Europei contro i padroni di casa del Montenegro. L’ultima possibilità rimastagli per staccare il pass è il torneo preolimpico che si disputerà a Trento dal 3 al 10 Aprile. I posti olimpici in palio, complice la rinuncia del Sud Africa vincitrice del torneo continentale africano, saranno quattro. Tra gli avversari dell’Italia, sorteggiata nel gruppo B, da segnalare la presenza dell’Ungheria e della Spagna, quest’ultima ha già avuto la meglio sull’Italia nella finale per il 5° posto degli Europei. 16 i pre-convocati per il pre-olimpico, da notare l’assenza di due pezzi da novanta come Valentino Gallo e Andrea Fondello, a guidare tutti invece ci sarà ancora lui capitan Stefano Tempesti. 

 

Italy goalkeeper Stefano Tempesti makes a save on a shot by Spain during a preliminary men's water polo match at the 2012 Summer Olympics, Monday, Aug. 6, 2012, in London. (AP Photo/Julio Cortez)

Italy goalkeeper Stefano Tempesti makes a save on a shot by Spain during a preliminary men’s water polo match at the 2012 Summer Olympics, Monday, Aug. 6, 2012, in London. (AP Photo/Julio Cortez)

 

Anche al Setterosa, bronzo sia ai mondiali che agli europei, è toccato disputare il preolimpico. Le ragazze di Conti, dopo aver chiuso al comando il proprio gruppo, sono riuscite nei quarti ad avere la meglio sul Canada con il punteggio di 8-7, qualificandosi così a Rio 2016. Torneo dall’epilogo però amaro: infatti le azzurre si sono dovute arrendere nella finale di Gouda, per 11-6, alle campionesse mondiali ed olimpiche degli Stati Uniti, dopo esser riuscite a tenergli testa per circa metà incontro. Un risultato che comunque ci lascia ben sperare in vista delle Olimpiadi. Quando mancano, con precisione, 127 giorni alla cerimonia inaugurale di Rio 2016 il bilancio dell’Italia negli sport di squadra è alquanto magro: infatti sicure di un posto sono soltanto la squadra di volley maschile e, per l’appunto, di pallanuoto femminile, mentre ancora in corsa ci sono il Settebello, il basket maschile e il volley femminile.

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Comitato Olimpico: “Rifugiati alle Olimpiadi” http://www.360giornaleluiss.it/comitato-olimpico-rifugiati-alle-olimpiadi/ Mon, 21 Mar 2016 07:51:08 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=6155 Il 5 Agosto all’Estàdio Jornalista Màrio Filho, meglio noto come Maracanà, durante la sfilata di presentazione delle squadre olimpiche, come penultima sfilerà la bandiera del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, portata da una rappresentanza tutta speciale. Sarà infatti la bandiera del team composto interamente da rifugiati. Un tema di grandissima attualità e di grandissima risonanza internazionale,

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Il 5 Agosto all’Estàdio Jornalista Màrio Filho, meglio noto come Maracanà, durante la sfilata di presentazione delle squadre olimpiche, come penultima sfilerà la bandiera del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, portata da una rappresentanza tutta speciale. Sarà infatti la bandiera del team composto interamente da rifugiati.

Un tema di grandissima attualità e di grandissima risonanza internazionale, che non poteva essere ignorato dal Comitato. Thomas Bach, numero uno del Cio, durante una visita al campo profughi Eleanos vicino Atene, campo nel quale passerà la fiamma olimpica e dove sono ospitati rifugiati iraniani e afghani, ha annunciato che provvederà alla costituzione di una squadra per rappresentarli durante la manifestazione.

La decisione sarebbe stata presa dopo due giorni di Esecutivo all’unanimità: “Gli atleti che sono stati costretti a lasciare i propri Paesi avranno la possibilità di partecipare ai Giochi” sotto l’insegna del Cio. E infatti sarà proprio  il Comitato Olimpico ad occuparsi dell’organizzazione della squadra mettendo a disposizione tecnici, medici e dirigenti. Gli atleti alloggeranno al Villaggio Olimpico, avranno gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri loro colleghi e sfileranno, come già detto sotto la bandiera del Comitato. Il tutto sarà finanziato dalla solidarietà olimpica.

Ad oggi gli atleti identificati tra i rifugiati sono ben 43, rappresentanti di tutto il mondo e tutte le discipline, a partire dalla nuotatrice siriana che al momento si trova in Germania, per arrivare poi al lottatore di judo congolese attualmente ospitato in Brasile. Non riceveranno trattamenti di favore: dovranno partecipare alle qualificazioni e riuscire a conseguire i minimi. Alla domanda su quanti di loro riusciranno poi effettivamente a partecipare ai Giochi della XXXXI Olimpiade, Bach ha risposto: “Credo dai 5 ai 10. Ne daremo i nomi nel corso dell’Esecutivo del 5 Giugno a Losanna. Però devo aggiungere che ci saranno altri rifugiati che gareggeranno regolarmente per il proprio olimpico nazionale. Abbiamo fatto questa operazione perché è assolutamente necessario mandare un messaggio positivo verso chi sta vivendo una tragedia immensa”. Come dire l’importante non è vincere ma partecipare.

Un messaggio quindi sicuramente importante quello lanciato dal mondo dello sport nei confronti di un evento che tutt’ora rappresenta uno dei maggiori problemi che il mondo e l’Europa in particolare si trova ad affrontare.

 

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Il tennis sul cemento di Rio http://www.360giornaleluiss.it/tennis-sul-cemento-di-rio/ Mon, 14 Mar 2016 09:44:50 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=5883 Risale ai Longobardi il gioco della pallacorda, l’antenato di uno sport particolarmente amato nel nostro ateneo, il tennis. Il nome di questa disciplina venne coniato nel 1325, quando i giocatori francesi in isita a Firenze, giocando a pallacorda con delle racchette rudimentali, avvertivano l’avversario dell’arrivo della pallina gridando “tenez” (tenete). Nel 1896 il tennis divenne

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Risale ai Longobardi il gioco della pallacorda, l’antenato di uno sport particolarmente amato nel nostro ateneo, il tennis. Il nome di questa disciplina venne coniato nel 1325, quando i giocatori francesi in isita a Firenze, giocando a pallacorda con delle racchette rudimentali, avvertivano l’avversario dell’arrivo della pallina gridando “tenez” (tenete).
Nel 1896 il tennis divenne disciplina olimpica fino al 1928, anno in cui venne escluso dal novero degli sport partecipanti ai Giochi. Sarà reinserito solo nel 1988 in occasione dei Giochi di Città del Messico. La trentunesima edizione dei Giochi Olimpici, che si svolgerà questa estate a Rio de Janeiro, ospiterà i più forti atleti del tennis mondiale pronti a sfidarsi su un campo di cemento, news fresca di pochi giorni che fa storcere il naso a diversi atleti. Se è vero che spesso i ranking stilano le classifiche dei migliori atleti al mondo, è altrettanto vero che ciascuno di essi ha prestazioni altisonanti a seconda del campo in cui si giochi la partita.
Essenzialmente esistono tre tipi di campo: il campo di erba, il più classico, che attutisce parte della spinta della palla, rendendola più lenta e, quindi, più gestibile; il campo di terra-in particolare il campo di terra rossa- molto comune in Europa e Sud America, considerata mediamente “veloce”; il campo di cemento, di facile manutenzione, ma massima durezza. Quest’ultima proprietà accelera lo spostamento della pallina, pur aumentandone la prevedibilità della traiettoria. È il campo più “veloce” e la scelta di Rio spaventa diversi attori protagonisti, primo fra tutti Rafael Nadal, da sempre favorito su terra.
Una curiosità che spesso sorge spontanea è legata all’importanza che i tennisti professionisti danno alle edizioni olimpiche rispetto ai quattro eventi mondiali che compongono il Grande Slam (Australia Open, Open di Francia o Roland Garros, Wimbledon e U.S. Open).
A quanto pare la risposta è disomogenea. Secondo molti campioni del passato, poter vincere la medaglia olimpica è un’emozione incomparabile con qualsiasi trofeo delle sfide major, poiché è la sola grande occasione in cui si partecipa in nome del proprio paese e non come singolo giocatore. Eppure proprio questa affermazione illumina l’opinione di Pete Sampras, il quale ritiene sia meglio che il tennis olimpico sia giocato solo a squadre in quanto si corre il rischio di assistere a una finale tra due atleti della stessa bandiera, cosa che valicherebbe i confini del patriottismo.
Altri atleti invece paiono sottovalutare l’importanza dei Giochi poiché gli stessi criteri di assegnazioni punti, che permettono di scalare le classifiche, valutano una medaglia olimpica 750 punti (685 per le donne), contro i 2000 assegnati per ogni slam vinto.
Per concludere questo breve, ma speriamo, esaustivo approfondimento della nostra rubrica, analizziamo le aspettative del mondo dello sport circa i tennisti che prenderanno parte alle olimpiadi di Rio. Sicuramente ci si attende un grande Federer, che si gioca l’ultima chance di vincere una medaglia olimpica, come anche si indovina la vittoria dell’americana Serena Williams, libera dal peso di dover competere con Maria Sharapova, squalificata proprio la scorsa settimana per doping. Il caso Sharapova non è del tutto limpido. La tennista è risultata positiva a un test antidoping durante gli Australian Open, tuttavia la sostanza incriminante, il meldonium, è considerata sostanza dopante solo dal primo gennaio 2016, perciò l’atleta si è detta colpevole di negligenza per non essersi informata a dovere, ma non di doping volontario.

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Infine nel proprio piccolo l’Italia ha le proprie aspettative, che piccole non sono. Tra le prime dieci tenniste al mondo c’è anche la nostra Roberta Vinci. Potrebbe essere lei la vincitrice di una sfida che travalica lo sforzo e la fatica, supera la tecnica e l’allenamento e diventa un puro, semplice, complicatissimo scontro mentale a suon di rovesci.

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Golf is back! http://www.360giornaleluiss.it/golf-is-back/ Mon, 07 Mar 2016 07:44:24 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=5952   C’è un nuovo campo da golf a Rio de Janeiro; 18 buche, strutture ultramoderne, 25 milioni di dollari spesi, polemiche e, ovviamente, ritardi. Non ha alberi e sarà pubblico, ma no, non è stato costruito per beneficienza; “Campo de Golfe Olimpico” ha una grande responsabilità addosso: far riscoprire ad uno sport solitamente estraneo ai

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C’è un nuovo campo da golf a Rio de Janeiro; 18 buche, strutture ultramoderne, 25 milioni di dollari spesi, polemiche e, ovviamente, ritardi. Non ha alberi e sarà pubblico, ma no, non è stato costruito per beneficienza; “Campo de Golfe Olimpico” ha una grande responsabilità addosso: far riscoprire ad uno sport solitamente estraneo ai cinque cerchi il sapore leggendario delle Olimpiadi.
Infatti per quanto esso sia diffuso,conosciuto e praticato nel mondo, dalle Olimpiadi del 1904 si era eclissato dal Cerchio Olimpico. Parigi 1900 e St.Louis 1904 sono gli unici Giochi in cui si possa ritrovare un medagliere per questo sport, dove sia la competizione maschile che femminile avevano fatto registrare ori,argenti e bronzi vinti solo da atleti di tre nazioni; Gran Bretagna, USA, Canada. E poi? Poi buio totale, la decisione di non far più parte del Comitato Olimpico e l’esclusività internazionale di tornei come il PGA Tour e l’European Tour.
La svolta è avvenuta però nel 2009, precisamente il Ottobre, giorno in cui il Comitato Olimpico internazionale ha stabilito il rientro di tale gioco nel programma; un ritorno atteso che arricchisce il calendario dello sport estivo e che spinge un’ulteriore fetta di pubblico a seguire quest’anno le Olimpiadi Brasiliane.

Il programma prevede due tornei individuali maschili e femminili con 60 atleti, e vista la grande varietà e diffusione i partecipanti verranno da ogni angolo del mondo. Per quanto riguarda l’Italia il nostro roaster di sportivi sarà chiaro l’11 Luglio, quando dal Ranking mondiale verranno scelti tutti i partecipanti; ma salvo sorprese potremmo contare su 4 rappresentanti, due maschili ( Francesco Molinari certo del posto e il diciottenne Renato Paratore speranzoso di scalare la classifica e rientrare in lizza) e due femminili (lotta tra Giulia Sergas, Diana Luna e Giulia Molinaro).

 

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I mesi ormai sono sempre meno, mentre l’attesa per questo ritorno sale sempre di più. Sarà successo o fallimento? Solo a Rio riusciremo a capire cosa ci riserverà il nuovissimo Green a 5 cerchi; per adesso, a tutti gli appassionati: ferro 3 in valigia e biglietto per Rio: Golf is back!

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Ginnastica ritmica http://www.360giornaleluiss.it/ginnastica-ritmica/ Mon, 29 Feb 2016 08:48:30 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=4092 Un’altra settimana ha inizio e la strada che porterà a Rio prosegue con un nuovo approfondimento, su di una delle 42 discipline sportive del programma olimpico : la ginnastica ritmica. Rispetto a molti altri sport, la ginnastica ritmica esordisce alle Olimpiadi relativamente tardi, a Los Angeles nel 1984. È rimasta l’unica disciplina olimpica a cui

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Un’altra settimana ha inizio e la strada che porterà a Rio prosegue con un nuovo approfondimento, su di una delle 42 discipline sportive del programma olimpico : la ginnastica ritmica.

Rispetto a molti altri sport, la ginnastica ritmica esordisce alle Olimpiadi relativamente tardi, a Los Angeles nel 1984. È rimasta l’unica disciplina olimpica a cui prendono parte solo le donne. La competizione è individuale e anche a squadre. Durante la gara individuale, la ginnasta si esibisce in pedana con il suo attrezzo, uno tra i cinque previsti: cerchio, nastro, palla, clavette e fune, davanti a quattro giudici. La ruotine dura dai 75 ai 90 secondi. L’esecuzione dei movimenti è accompagnata da uno sfondo musicale, il cui tema è richiamato dalla fantasia del costume indossato dall’atleta. I capelli devono essere rigorosamente legati, in modo che il viso della ginnasta sia visibile.

Nella gara a squadre invece, si esibiscono 5 ginnaste su due ruotine della durata di 135-150 secondi ciascuna. Una ruotine si svolge con i 5 nastri mentre l’altra si svolge con 3 paia di clavette e due cerchi. Durante l’esibizione non è possibile fermarsi, le ginnaste devono costantemente muoversi con i loro attrezzi. Per non incorrere in penalità, l’esercizio deve avere una durata compresa tra gli standard previsti e le ginnaste non devono perdere i loro attrezzi durante la gara. Il punteggio viene assegnato considerando l’esecuzione, la performance e la difficoltà. Vince chi raggiunge il punteggio maggiore.

Due piccole curiosità sugli attrezzi: per le Olimpiadi di Londra e di Rio, la fune è stata eliminata dal programma. Potrebbe invece apparire banale eseguire la ruotine con il nastro, ma essendo lungo sei metri, è molto facile che si formino i nodi durante l’esecuzione!

In definitiva, la ginnastica ritmica coniuga l’arte della danza con l’intensità agonistica dello sport. Qui si incontrano leggerezza, grazia, ricerca della perfezione estetica e coreografica con l’esplosività del movimento ginnico, la coordinazione e l’elasticità.
La squadra italiana, formata da: Marta Pagnini, Sofia Lodi, Alessia Maurelli, Camilla Patriarca, Andreea Stefanescu e Martina Centofanti, si è già qualificata per Rio e arriverà all’Olimpiade da campione del mondo in carica nei 5 nastri. Dopo il bronzo olimpico di Londra 2012, le Farfalle sono pronte per volare ancora più in alto nei cieli brasiliani. In bocca al lupo ragazze!

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Emblema olimpico: la lotta greco-romana http://www.360giornaleluiss.it/emblema-olimpico-la-lotta-greco-romana/ Mon, 23 Nov 2015 08:49:45 +0000 http://www.360giornaleluiss.it/?p=5151 Il braciere, la torcia, i cinque cerchi e le maestose cerimonie di apertura e chiusura sono da lungo tempo i simboli dei Giochi Olimpici. Eppure c’è uno sport in particolare, che considero da sempre come l’emblema della competizione olimpica: la lotta greco-romana. Era il lontano 1896 quando questa storica disciplina debuttò alle Olimpiadi, durante la primissima

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Il braciere, la torcia, i cinque cerchi e le maestose cerimonie di apertura e chiusura sono da lungo tempo i simboli dei Giochi Olimpici. Eppure c’è uno sport in particolare, che considero da sempre come l’emblema della competizione olimpica: la lotta greco-romana. Era il lontano 1896 quando questa storica disciplina debuttò alle Olimpiadi, durante la primissima edizione dei Giochi moderni tenutisi ad Atene. Nel 2016 saranno esattamente 120 anni dalla prima apparizione della lotta nel programma olimpico. Poche altre specialità possono vantare una tale longevità.

La lotta greco-romana è uno sport di combattimento tra due lottatori, che si affrontano su di una pedana ottagonale di dodici metri. L’azione si svolge al centro del tappeto, dove è presente un’area circolare di nove metri di diametro, circondata dall’area di passività larga un metro e mezzo. L’arbitro segue il combattimento direttamente sul tappeto e si assicura che i lottatori non si spingano fino all’area di passività. In tal caso vengono richiamati e invitati a riportarsi al centro della pedana. I combattenti indossano una canottiera senza maniche che termina con dei pantaloncini sopra al ginocchio e delle scarpe sportive a forma di stivaletto. È possibile indossare anche dei paraorecchie, per evitare le orecchie a cavolfiore: ovvero la rottura di vene e capillari che porta all’infiammazione delle stesse. A bordo pedana è presente il giudice, incaricato di tenere il punteggio, e il presidente che vigila sulle decisioni prese dall’arbitro e dal giudice. C’è anche una giuria composta da tre esperti, chiamati a giudicare le azioni dell’arbitro in caso di contestazione dei punti. L’incontro ha una durata totale di circa sei minuti, intervallati in periodi di due minuti ognuno. Un periodo è composto da un minuto di lotta in piedi e da due sezioni di 30 secondi di lotta ordinata a terra.

Il tratto distintivo della lotta greco-romana rispetto alla lotta libera, è il divieto di usare le gambe. Gli atleti possono usare solo le braccia e il busto per sviluppare l’azione di difesa o di attacco. Gli incontri tra due lottatori dipendono dalla categoria di appartenenza, determinata dal peso di ognuno. Le categorie presenti alle Olimpiadi sono sei: pesi piuma (59 kg), pesi leggeri (66 kg), pesi welter (75 kg), pesi medi (85 kg), pesi massimi (98 kg), pesi super-massimi (fino a 130 kg). Nel corso della competizione ci sono dei gesti tecnici a cui vengono assegnati i punti. Vince chi raggiunge il punteggio tecnico più alto entro il limite di tempo prestabilito oppure chi riesce ad atterrare l’avversario mettendolo con le spalle al tappetto. Questa mossa chiamata “pin” garantisce la vittoria immediata, ma richiede un notevole sforzo fisico e una accurata preparazione tecnica.

Per l’Italia Daigoro Timoncini e Andrea Minguzzi, oro olimpico nel 2008, hanno la possibilità di qualificarsi ai prossimi Giochi. Sarebbe un ottimo punto di partenza considerando che i posti disponibili per questa disciplina sono poco più di 100! La lotta greco-romana unisce la forza fisica all’eleganza del gesto atletico, rispettando un rigido codice d’onore di condotta del combattimento. Inoltre è una delle pochissime specialità olimpiche ad essere rimasta ad appannaggio esclusivamente maschile. Il contatto fisico si tramuta in un duello privo di scorrettezze, ed è questo elemento che trasforma la lotta greco-romana nell’emblema dello spirito olimpico.

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